Corriere della Sera, 3 gennaio 2018
In morte di Ferdinando Imposimato
ROMA È morto a 81 anni in un letto dell’ospedale «Agostino Gemelli» l’ex giudice Ferdinando Imposimato che indagò su tutti i misteri d’Italia (dal caso Moro, all’attentato a Giovanni Paolo II, alla morte di Michele Sindona) e che successivamente ha portato in Parlamento, dai banchi del Pci-Pds, le sue «verità alternative» su stragi, servizi segreti deviati e interferenze di apparati stranieri.
L’ultimo innamoramento Imposimato lo aveva regalato al Movimento di Beppe Grillo – che lo ha pure proposto come candidato per il Quirinale – e infatti, dopo aver appreso la notizia del suo decesso, si è mobilitato lo stato maggiore del M5S, da Luigi Di Maio a Danilo Toninelli, da Chiara Appendino e a Virginia Raggi: «Con Imposimato non scompare soltanto un magistrato integerrimo e un grande giurista ma se ne va anche una persona splendida, di grande umanità e sensibilità. Per tutto il M5S sono momenti di enorme dolore...».
Nel 1983, per vendetta trasversale, due killer della camorra assassinarono a Maddaloni (Caserta) il fratello del giudice Imposimato: si chiamava Franco, lavorava (ed era anche un sindacalista) nello stabilimento della «Face standard». Quell’episodio ha segnato poi il magistrato impegnato per lungo tempo contro la criminalità organizzata prima di dedicare tutte le sue energie alle «altre verità» che hanno scandito le indagini sul sequestro Moro (1978) e sull’individuazione del covo di via Montalcini, sull’attentato in piazza San Pietro (1981), sull’omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet (1980) e su quelli dei magistrati Riccardo Palma (1978) e Girolamo Tartaglione (1978).
In politica – eletto al Senato nell’87 come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, poi confermato nel ‘92 e nel ‘’94 – Imposimato cambiò passo forzando, da un’altra prospettiva, le acquisizioni processuali. I titoli dei suoi saggi, alcuni dei quali firmati con il giornalista Sandro Provvisionato, danno la misura di quanto, poi, il giudice di Maddaloni si sarebbe spinto in avanti: «Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro?»; «Vaticano. Un affare di Stato. Le infiltrazioni, l’attentato. Emanuela Orlandi»; «La grande menzogna il ruolo del Mossad. L’enigma del Niger gate»: «La Repubblica delle stragi impunite».
Instancabile, Imposimato è poi ricomparso nell’epicentro dell’universo grillino e anche di recente si era visto in piazza Montecitorio in occasione di alcune manifestazioni, compresa quella contro i vaccini obbligatori. Ma ora a ricordare il suo impegno civile si sono mossi anche alcuni ex colleghi magistrati: «Lavoratore sempre attento a ogni vicenda in quegli anni bui» (Carlo Mastelloni, procuratore di Trieste); «Una vita dedicata alla giustizia» (Michele Emiliano); «Una passione per la Costituzione» (Luigi de Magistris). Gero Grassi (Pd) ricorda infine: «Con lui va via pure qualche segreto sul caso Moro...». I funerali, domani alle 14 nella chiesa Mater Ecclesiae, di Roma.