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 2017  dicembre 30 Sabato calendario

«Dalla fusione Anas-Fs 100 miliardi di investimenti per rilanciare anche il Sud». Intervista a Delrio

ROMA Nel giorno dell’ingresso di Anas in Ferrovie, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, parla di questa nuova “creatura”. Ma anche di Alitalia e del futuro dei trasporti nel Paese.
Ministro partiamo da Anas-Fs: come cambieranno le rispettive competenze?
«Siamo di fronte ad un unico grande gruppo che ha l’obiettivo di creare sinergie e stimolare gli ingenti investimenti che il governo ha messo a disposizione».
A quanto ammontano?
«Parliamo di diverse decine di miliardi per infrastrutture e la rete di connessione: una enorme mole di risorse pari a poco più di 100 miliardi di euro in dieci anni. Un vero piano keynesiano».
Perché questa fusione? Cosa cambierà per i cittadini?
«Noi dovevamo rendere più efficiente questa macchina che crea lavoro, investimenti, sviluppo. Perché uno dei nodi del nostro Paese sono state per anni le interferenze che si frappongono al completamento di opere importanti come strade o ferrovie.
Ora abbiamo la possibilità di far valere una progettazione integrata. L’avere un’unica grande azienda che si occupi di tutti i passaggi, ci permette di non ragionare con temi e teste separate».
Cosa accade da oggi a Fs e Anas?
«Anas diventa a tutti gli effetti una società del gruppo Fs, al pari, ad esempio, di Rfi. Ci saranno sinergie, come quella di successo già sperimentata da Rfi con Italferr. E Anas esce dal perimetro pubblico ottenendo una maggiore flessibilità degli investimenti».
Maggiore efficienza vuol dire risparmi.
«Sì, prevediamo 400 milioni di risparmi gestionali, grazie anche alle tecnologie che le due società hanno messo in campo negli ultimi anni. Ad esempio con il monitoraggio delle infrastrutture per mezzo dei droni o i sensori sulle strade».
Ma concretamente cosa cambia per gli utenti?
«Avremo una maggiore velocità dei contratti di programma e maggiore qualità delle opere realizzate. Punteremo sulle nuove tecnologie. Fs-Anas sarà un orgoglio per l’Italia: è uno dei gruppi più importanti in Europa per chilometri di rete e fatturato. E poi vorrei aggiungere una cosa».
Prego.
«Sul Mezzogiorno, in particolare.
Qui Anas ha la gran parte della sua attività. E proprio qui, dopo aver fatto partire al Sud l’Alta velocità, abbiamo bisogno di una forte accelerazione. Ma abbiamo anche bisogno di strade più curate e all’avanguardia. Il progetto delle “smart road”, ad esempio, va avanti sulla Salerno-Reggio Calabria».
Passiamo al trasporto aereo.
Alitalia cerca un partner che le dia un futuro certo.
«Vogliamo dare una prospettiva solida ad Alitalia così come sta accadendo per Meridiana. Alla nostra compagnia serve ambizione e non un ridimensionamento. Ecco perché non serve fare presto, ma fare bene tutti i passaggi necessari per farla rinascere privilegiando un serio piano di sviluppo».
Anche Etihad lo aveva messo in cantiere. Poi le cose sono precipitate.
«Purtroppo con Etihad non abbiamo trovato la realizzazione di quel piano. Le scelte del management hanno portato alla crisi. Oggi invece i commissari la fanno funzionare bene nella prospettiva di mantenere molto forte la presenza sia sulle rotte interne che su quelle estere».
Alitalia ha tre pretendenti.
Ma il tempo stringe e solo una proposta, quella di Lufthansa, sembra davvero interessante.
Anche se gli esuberi preventivati non sono accettabili.
«Intanto ci prenderemo il tempo che serve, non vogliamo svendere».
Pensate di chiudere entro febbraio e cioè prima delle elezioni?
«Io ritengo che una trattativa in esclusiva, se assisteremo ad un’evoluzione positiva del dialogo, sia a portata di mano. Insomma il “deal” si farà. E può darsi che si aggiungano nel corso delle prossime settimane altre offerte di sostegno a quelle già incassate. Ci sono proposte industriali e altre finanziarie, come quelle dei fondi.
L’auspicio è proprio quello di poter affidare la trattativa in esclusiva in tempi brevi».
A questo punto, chiusa la legislatura, che bilancio fa del suo lavoro da ministro?
«Il giudizio lo lascio agli altri. Ma abbiamo avviato alla piena realizzazione diverse opere fondamentali. Certo, ci sarebbe molto ancora da fare».
Cosa?
«Ho un rimpianto: la revisione dei contratti che regolano le concessioni autostradali. Sono accordi che vengono da lontano e andrebbero riscritti».
E sullo Ius soli? Non è andata come lei auspicava.
«Ho speso gran parte della mia vita politica su questo argomento e c’è del forte rammarico da parte mia.
Ho un profondo dispiacere nel pensare a quei ragazzi. Ma la battaglia sul diritto di cittadinanza continuerà».