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 2017  dicembre 30 Sabato calendario

Ilva, la Puglia ritira (a metà): Il ricorso Calenda: è un segnale positivo

ROMA Segnali di tregua sull’Ilva. Dopo il Comune di Taranto, anche la Regione Puglia, come già annunciato dal presidente Michele Emiliano il 20 dicembre, ha ritirato la richiesta di sospensiva al Tar per il decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) sul nuovo piano ambientale dell’azienda siderurgica. Ne ha dato notizia, con soddisfazione, il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, al quale Emiliano ha immediatamente replicato che se viene meno l’istanza cautelare volta ad ottenere subito la sospensione del Dpcm in attesa della pronuncia di merito, non è stato però ritirato il ricorso e non lo sarà «fino a che non verrà raggiunto un accordo sul piano industriale e ambientale tra tute le parti del tavolo». Sempre ieri è arrivata la buona notizia che l’Ilva pagherà alle oltre 300 imprese dell’indotto i 30 milioni non ancora saldati relativi ai crediti maturati sugli appalti fino al 10 dicembre scorso. 
Dopo il ritiro dell’istanza di sospensiva, il Tar di Lecce, nell’udienza già convocata per il 9 gennaio non dovrà quindi più decidere se sospendere immediatamente il decreto impugnato, col rischio di un blocco immediato dello stabilimento, poiché il Dpcm (Decreto del presidente del consiglio dei ministri) oggetto del ricorso riguarda l’Autorizzazione integrata ambientale, senza la quale gli impianti non possono restare in funzione. Per questo Calenda aveva lanciato l’allarme: se viene sospeso il Dpcm, l’Ilva si fermerà. Ora questo rischio immediato non c’è, ma rimane in piedi il ricorso al Tar che il Comune di Taranto e la Regione Puglia intendono portare avanti a meno che non intervenga un accordo con l’azienda e il governo per una maggior tutela degli aspetti legati alla salute. Nel merito, quindi, non ci sono passi in avanti. Il ricorso, secondo il governo, rischia di far naufragare il passaggio dell’Iva, dove lavorano circa 14 mila persone, dalla attuale amministrazione straordinaria ad Am Investco, la cordata di cui il principale azionista è l’indiana Arcelor Mittal. Non a caso Mittal ha chiesto giorni fa condizioni sospensive e risolutive rispetto al contratto firmato a giugno con i commissari vista la recente piega giudiziaria. Ma ora he anche la Regione ha ritirato l’istanza cautelare, si potrà lavorare in un clima più disteso sul conflitto che oppone governo, azienda ed enti locali. 
Giovedì, nella conferenza stampa, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che nei giorni scorsi aveva invitato governatore e sindaco a revocare il ricorso, si è detto fiducioso circa la possibilità di un accordo. Si lavora in particolare ad alcune modifiche degli impegni sulla bonifica ambientale prevista, accelerando tra l’altro la copertura dei parchi minerali, che potrebbe avvenire in 24 mesi anziché 36.