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 2017  dicembre 30 Sabato calendario

Mamma Serena rientra per tornare numero uno

Non sono passati neanche 4 mesi dalla nascita di Alexis Olympia ma Serena Williams, la femmina alfa del tennis, è già in campo. Con l’inedito stress per la dentizione della figlioletta, le insonnie tipiche della situazione, ma la solita voglia feroce di spaccare la concorrenza.
Ad Abu Dhabi
Oggi le tocca l’esibizione da sciuri ad Abu Dhabi, contro la campionessa in carica di Parigi Jelena Ostapenko, da metà gennaio però farà sul serio a Melbourne per gli Australian Open: l’ultimo torneo che ha vinto, giusto un anno fa, quando era già incinta di 8 mesi di baby «AO», che guarda caso ha stesse iniziali dello Slam australe e il primo nome del papà, il miliardario armeno-americano Alexis Ohanian. Di major ne ha già vinti 23, gliene manca giusto uno per raggiungere Margaret Court, che come lei nel ’71 giocò una finale Slam mentre era già in attesa del primo figlio: a Wimbledon, contro Evonne Goolagong, che a sua volta, nel 1977, avrebbe vinto in Australia appena 7 mesi dopo il parto e che nel 1980 diventò la prima tennista a trionfare da mamma sui prati di Church Road dopo Dorothea Lambert Chambers nel 1914. La Court di Slam da genitrice ne ha vinti addirittura 3, nel 1973, e ha continuato a menare racchettate dopo la nascita della seconda figlia, ritirandosi solo nel 1977. Oggi è una predicatrice Pentecostale fieramente avversa a matrimoni e adozioni gay, tanto che rischia di vedersi togliere il nome dal secondo campo a Melbourne Park, ma questa è un’altra storia.
«Conta la motivazione»
Anche Kim Clijsters dopo la maternità ha vinto tre Slam, e nel 2011 si è addirittura ripresa il numero 1 – che è poi l’obiettivo dichiarato di Serena, oggi scesa al numero 22. Le mamme nel circuito iniziano ad essere parecchie, da Casey Dellacqua a Tatiana Maria a un’altra ex n.1 come Victoria Azarenka. Ai tempi dell’epopea della Clijsters si sprecarono gli studi sull’effetto della maternità sulle prestazioni. «La gravidanza è fisiologica, non è una malattia», spiega Angelo Giglio, medico della nazionale italiana di Fed Cup. «Comporta una variazione ormonale, che però la Williams sta già smaltendo. La differenza non la faranno gli ormoni, ma la sua motivazione. Fisicamente e mentalmente può dare ancora tanto, dipende da quanto riuscirà a staccare il binomio mamma-figlia da quello atleta-campo». Le sue avversarie già sperano nelle colichette.
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Non sono passati neanche 4 mesi dalla nascita di Alexis Olympia ma Serena Williams, la femmina alfa del tennis, è già in campo. Con l’inedito stress per la dentizione della figlioletta, le insonnie tipiche della situazione, ma la solita voglia feroce di spaccare la concorrenza.
Ad Abu Dhabi
Oggi le tocca l’esibizione da sciuri ad Abu Dhabi, contro la campionessa in carica di Parigi Jelena Ostapenko, da metà gennaio però farà sul serio a Melbourne per gli Australian Open: l’ultimo torneo che ha vinto, giusto un anno fa, quando era già incinta di 8 mesi di baby «AO», che guarda caso ha stesse iniziali dello Slam australe e il primo nome del papà, il miliardario armeno-americano Alexis Ohanian. Di major ne ha già vinti 23, gliene manca giusto uno per raggiungere Margaret Court, che come lei nel ’71 giocò una finale Slam mentre era già in attesa del primo figlio: a Wimbledon, contro Evonne Goolagong, che a sua volta, nel 1977, avrebbe vinto in Australia appena 7 mesi dopo il parto e che nel 1980 diventò la prima tennista a trionfare da mamma sui prati di Church Road dopo Dorothea Lambert Chambers nel 1914. La Court di Slam da genitrice ne ha vinti addirittura 3, nel 1973, e ha continuato a menare racchettate dopo la nascita della seconda figlia, ritirandosi solo nel 1977. Oggi è una predicatrice Pentecostale fieramente avversa a matrimoni e adozioni gay, tanto che rischia di vedersi togliere il nome dal secondo campo a Melbourne Park, ma questa è un’altra storia.
«Conta la motivazione»
Anche Kim Clijsters dopo la maternità ha vinto tre Slam, e nel 2011 si è addirittura ripresa il numero 1 – che è poi l’obiettivo dichiarato di Serena, oggi scesa al numero 22. Le mamme nel circuito iniziano ad essere parecchie, da Casey Dellacqua a Tatiana Maria a un’altra ex n.1 come Victoria Azarenka. Ai tempi dell’epopea della Clijsters si sprecarono gli studi sull’effetto della maternità sulle prestazioni. «La gravidanza è fisiologica, non è una malattia», spiega Angelo Giglio, medico della nazionale italiana di Fed Cup. «Comporta una variazione ormonale, che però la Williams sta già smaltendo. La differenza non la faranno gli ormoni, ma la sua motivazione. Fisicamente e mentalmente può dare ancora tanto, dipende da quanto riuscirà a staccare il binomio mamma-figlia da quello atleta-campo». Le sue avversarie già sperano nelle colichette.