ItaliaOggi, 30 dicembre 2017
Diritto & Rovescio
La Rai ha mandato in onda una trasmissione con la storia vera di una famiglia albanese che, nel Comasco, ha finalmente ottenuto la cittadinanza italiana. Lei organizza dei lavori di pulizia. Lui ha una piccola azienda edile. Hanno due bambini: di dieci e di otto anni. La storia, ben svolta filmicamente, anche se è inutilmente strappalacrime, si conclude con la signora che, davanti al sindaco, ottiene finalmente la cittadinanza italiana. Giurano indebitamente anche i due bambini (anche se non si dovrebbe prendere in giro le istituzioni con queste indebite pantomime). Ma il marito dov’è? Di lui si apprende, in fondo al video, en passant, come se questo passaggio fosse irrilevante, che della cittadinanza italiana non gli importa un tubo (ed è un suo diritto pensare così). Si capisce inoltre che questa famiglia albanese risiede in Italia da 18 anni. Quindi, siccome la legge italiana concede il diritto alla cittadinanza italiana a chi risiede in Italia da 10 anni, la signora, che tanto voleva diventare cittadina italiana, è in ritardo di otto anni sui suoi diritti che solo lei (com’è giusto) poteva chiedere di esercitare.