Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 29 Venerdì calendario

Roma soffoca nell’immondizia E i cittadini bruciano i cassonetti

Cassonetti stracolmi accanto allo striminzito Spelacchio: cartoline natalizie di una Roma che sta vivendo il suo periodo peggiore, come sempre a Natale e, al solito, mentre folle di turisti si riversano nella Città Eterna e aspettano per ore un autobus che non arriva mai. Non è la prima volta che la Capitale si trova a dovere fronteggiare l’emergenza rifiuti, ma è un fatto inedito sapere che i romani, esasperati, hanno dato fuoco a decine di cassonetti, come era avvenuto a Napoli nella stagione della grande monnezza. È accaduto a Ostia e nel municipio VI, ma anche in altre periferie dove decine di bidoni sono stati dati alle fiamme per due giorni consecutivi. Una specie di rivolta dal basso, si sospetta contro la latitanza dell’amministazione targata Cinquestelle che, da quando si è insediata in Campidoglio, non ha saputo trovare una soluzione a un problema diffuso in città. Una protesta senza senso visto che poi sono gli stessi residenti a respirare i fumi neri sprigionati dai roghi, ma è il segno della frustrazione della gente che, assessore dopo assessore, non vede miglioramenti nella qualità dell’ambiente in cui vive. L’APPELLO Se è ormai nota l’avversione dei grillini per i termovalorizzatori, quello che non si conosce fino in fondo è la strategia della sindaca Virginia Raggi per smaltire le tonnellate di immondizia prodotte a Roma. Sopraffatta dall’emergenza, la donna che amava rifugiarsi sui tetti di Palazzo Senatorio per sfuggire a presunte cimici, si è appellata alla Regione Emilia Romagna che ha sul proprio territorio ben otto inceneritori. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ex grillino poi espulso dal Movimento perché considerato il capo dei ribelli, ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Deciderà la Regione. Certo, è sbagliato che a pagare siano quei territori che fanno bene la differenziata. E la Raggi poteva almeno telefonarmi. Ma nei Cinquestelle i rapporti umani non sono importanti». L’Emilia doveva decidere ieri sulla richiesta, avanzata dal Lazio di Nicola Zingaretti, di smaltire 350 tonnellate di rifiuti al giorno per un totale di 20mila, ma il governatore Stefano Bonaccini si è preso ancora 3 o 4 giorni lasciando la Raggi sulla graticola. Anzi, Bonaccini le ha lanciato una stoccata: «Se ci fossero atteggiamenti meno arroganti della sindaca, questo aiuterebbe i rapporti istituzionali», ha detto il dem aggiungendo che se l’Emilia Romagna dovesse prendere il pattume romano, «sarebbe per poco tempo e in quantità modeste». Intanto, il caos aumenta e con le piogge di mercoledì in città si è assistito al fenomeno del «cassonetto nuotatore» con relativo spargimento di sacchetti galleggianti tra le pozzanghere, come hanno documentato molti cittadini sui social. L’Ama, municipalizzata per l’ambiente, minimizza: «Criticità limitate ad alcune zone. Abbiamo già sostituito 16 cassonetti bruciati». Ma la raccolta dei rifiuti a Roma funziona a singhiozzo, i camion non riescono a scaricare tutto il pattume raccolto e ora, come ciliegina sulla torta, c’è pure lo spettro di uno sciopero dei netturbini per il Primo di gennaio. I sindacati dell’Ama hanno infatti inviato una lettera-ultimatum alla sindaca e all’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, minacciando un’astensione dal lavoro il giorno dopo il festone di Capodanno: non ci stanno all’ipotesi che il Comune affidi a privati i servizi di porta a porta nei municipi più critici. SCONTO SULLA TARI Per il Codacons è troppo: «Invitiamo gli utenti a documentare con foto e video la mancata raccolta dei rifiuti nel quartiere e ad attivarsi per la riduzione della Tari». In sostanza: visto che la situazione è disastrosa, per i romani la tassa sui rifiuti deve essere ribassata dell’80%. Così, archiviato il moribondo Spelacchio, l’abete di piazza Venezia che ha fatto il giro del mondo per il suo aspetto poco natalizio, la Capitale è di nuovo sotto ai riflettori a causa della spazzatura, diventata materia di campagna elettorale. Il pd Zingaretti lancia un appello ai sindaci per salvare Roma dal baratro in cui è finita e Roberta Lombardi, candidata M5S alla Regione Lazio, gli risponde: «La Regione Lazio in 5 anni non ha fatto un piano per i rifiuti». riproduzione riservata I NUMERI DEL DRAMMA I cassonetti dell’immondizia presenti a Roma sono più di 63mila. Si vorrebbe estendere la raccolta porta a porta ma per ora è maggioritaria la raccolta stradale, però i camion non sanno più dove scaricare perché da quando la discarica di Malagrotta è stata chiusa, manca un nuovo sito dove stoccare i rifiuti e bisogna chiedere alle altre regioni. IL “REGALO” DI NATALE Durante le festività natalizie aumentano i rifiuti prodotti a Roma: una media di 3mila tonnellate al giorno di spazzatura indifferenziata. “PIROMANI” IN AZIONE Sono circa un centinaio i cassonetti incendiati da prima di novembre. Ad Ostia si pensava ad una azione dolosa, ma i roghi sono proseguiti anche in altre periferie. L’Ama ne ha sostituiti 16 e ha parlato di un danno di circa 12mila euro. CAMBIO DEI SACCHETTI Dal Primo gennaio 2018 cambio dei sacchetti di plastica per imbustare pesce, frutta, verdura, carne e affettati. Non solo a Roma ma in tutta Italia.