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 2017  dicembre 30 Sabato calendario

Apple fa mea culpa sull’iPhone rallentato

Adesso arrivano le scuse. Apple, già scottata da polemiche sull’andamento del nuovo iPhone X messo a punto per l’anniversario decennale, fa i conti con una sfida che scaturisce dal passato: con un gesto raro, ha chiesto venia davanti a un inspiegato rallentamento nella performance di precedenti modelli del suo popolare e redditizio smartphone, causato dalla combinazione di oscuri aggiornamenti di software e batterie in precoce declino.
Scuse, quelle di Apple, che avranno anche riflessi pecuniari: l’azienda di Cupertino ha deciso che da fine gennaio e per l’intero 2018 sconterà le batterie di rimpiazzo per chiunque ne faccia richiesta, facendole pagare soli 29 dollari anziché i tradizionali 79 dollari. Il prezzo tornerà pieno nel 2019.
«Sappiamo che alcuni di voi si sono sentiti delusi da Apple e per questo ci scusiamo», ha scritto l’azienda guidata dal chief executive Tim Cook in un lungo messaggio rivolto alle legioni di fedelissimi ai suoi gadget ai quattro angoli del mondo. Apple ha ammesso e spiegato così quanto accaduto: un upgrade del sistema operativo Ios ha intenzionalmente rallentato, senza rivelarlo ad un pubblico presto frustrato, la funzionalità del gadget nei momenti di picco di utilizzo. L’obiettivo sarebbe stato in realtà ecomiabile, a detta della società: meglio gestire la durata delle batterie più vecchie agli ioni di litio evitando improvvisi spegnimenti. Proprio tali crash erano stati lamentati a cominciare dall’anno scorso, attribuiti eventualmente ad un invecchiamento delle componenti in causa.
Ora, vista la débacle, ecco il cambio di marcia: accanto alla promessa di sostituire queste batterie ormai degradate a basso prezzo, l’azienda si è impegnata a rilasciare un ulteriore «update» del programma che offra inedita trasparenza a vantaggio dei consumatori. Che garantisca, cioè, maggior visibilità sul loro stato di salute.
L’incidente si era però trascinato per mesi prima dell’intervento che Apple spera risolutivo e aveva causato una piccola insurrezione costringendola e spezzare gli indugi. Una necessità resa più urgente dal fatto che Apple è oggi impegnata a rafforzare la sua immagine per massimizzare il successo dell’ultimo modello, l’iPhone X lanciato a novembre, sulle cui vendite su scala internazionale ci sono elevate attese ma cominciano a filtrare anche dubbi. Nei giorni scorsi il titolo Apple, in rialzo di oltre il 45% nell’ultimo anno, aveva ceduto terreno proprio al cospetto di simili perplessità, affiorate anzitutto in Asia.
La rivolta dei consumatori davanti ai problemi degli iPhone, prima i modelli 6 e poi i 7, si era oltretutto ormai tradotta in minacce sempre più concrete di protratti ricorsi legali, compresa la possibilità di class action, di azioni collettive per danni. Voci incontrollate vedevano l’azienda protagonista di un «complotto» per frenare ad arte l’andamento dei modelli più vecchi con l’intento di sollecitare i clienti a comprare le ultime e più costose versioni – quella di base dell’iPhone X costa 999 dollari. Apple presentando le scuse ha cercato di esorcizzare simili sospetti. «Non abbiamo mai fatto alcunché – e non lo faremmo mai – per accorciare la vita di un prodotto o peggiorare l’esperienza dei consumatori in modo da stimolare un aggiornamento da parte dei nostri clienti».