Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 30 Sabato calendario

Twitter secondo Trump. Catalogo dei tweet notevoli del presidente Usa

Prima di lui, un presidente americano non avrebbe mai usato i social media per comunicare cambiamenti di politica, attaccare nemici politici, fare ironia sui leader dei Paesi alleati. Prima di lui, ci si aspettava che un presidente avesse gravitas e non parlasse senza prima aver tenuto consultazioni con i suoi ministri. 
Dopo quasi un anno di presidenza, i cinguettii ringhiosi di Trump sono invece stati elevati a strumento di governo. E con la fine dell’anno, tutti fanno bilanci di questa rivoluzione digitale. E se c’è chi lo loda per aver tolto le ragnatele dalla politica americana, non si può dire che in maggioranza i bilanci siano positivi. L’opinione generale, anche di una buona fetta dei suoi stessi elettori, è che Trump dovrebbe attenuare i toni. TWEET A 360 GRADI
Dal giorno del suo insediamento a ieri, Trump ha messo in rete 2437 tweet. Un record. E li ha usati per tutto e per tutti. Sia in politica interna che estera, per attaccare l’inchiesta sul Russiagate, che definisce inutile, anzi «un complotto dei democratici» contro di lui, per criticare e smantellare l’operato del suo predecessore Barack Obama, per il quale sembra provare un sentimento vicino all’odio, per polemizzare con i leader esteri, arrivando a litigare con alleati storici come la Gran Bretagna e la Germania. 
Nessuno finora ha contato quanti siano i tweet che ha scritto contro Hillary Clinton, ma sono comunque tantissimi, e continuano quasi come se le elezioni non siano mai finite. Il presidente definisce sempre l’ex segretario di Stato crooked Hillary (Hillary la corrotta), e insite che l’FBI indaghi su di lei, dimenticando che il Bureau ha già indagato in lungo e in largo sulle attività della signora. MEDIA BERSAGLIO PREFERITO
Un altro dei suoi bersagli favoriti è la stampa, che bolla con l’etichetta Fake News, e che è arrivato a definire «nemico del popolo». Particolare astio l’ha riversato contro gli anchor del programma del mattino della Nbc Morning Joe, Joe Scarborough e Mika Brzezinski, che ha definito «uno psicopatico» e «una pazza».
Quel che scatena i suoi tweet più clamorosi è la voglia di vendicarsi di chi lo critica o lo prende in giro, nonostante questo accada sempre a tutti i presidenti, e tradizione vorrebbe che se ne stiano zitti e accettino di essere oggetto di satira. BISOGNO DI RIVALSA
Il bisogno di rivalsa lo ha portato ad attaccare il popolare programma comico Saturday Night Live, che definisce «il peggior programma della Nbc, con un cast terribile». È poi partito lancia in resta contro Arnold Schwarzenegger che aveva ereditato il suo programma The Apprentice, che ha bollato come «un fallito», contro Meryl Streep «l’attrice più sopravvalutata», colpevole di aver fatto un discorso critico ai Golden Globes, contro il leggendario deputato John Lewis, colonna della lotta per i diritti civili, che ha invitato a occuparsi dei suoi distretti «che bruciano, e sono distrutti dal crimine» quando invece Lewis rappresenta un elettorato di classe media nella città di Atlanta.
Sono questi forse i tweet che più stupiscono e fanno scuotere la testa anche ai suoi sostenitori, molti dei quali interpellati nel corso di focus groups – gli hanno chiesto di mantenere un comportamento più dignitoso. Ma per gli analisti di politica, i tweet guardati con maggior preoccupazione sono invece quelli che «fanno» politica, specialmente quelli di attacco ai Paesi stranieri, come il messaggio di due giorni fa contro la Cina accusata di violare il bando del commercio di petrolio con la Corea del nord. KIM NEL MIRINO
E soprattutto la lunga lista dei tweet contro la Corea del nord. Durante la scorsa estate, Trump ha usato messaggini per criticare, ridicolizzare, umiliare il dittatore-bambino di Pyongyang, con il risultato di eccitare ancora di più la voglia di questi di avere armi nucleari. Con la solita passione per i nomignoli, Trump ha soprannominato Kim Jong Un Litle Rocket Man, nonostante i suoi stessi consiglieri gli suggerissero di non stuzzicare il dittatore. 
I tweet contro gli alleati europei, ai quali chiede di pagare «la difesa offerta» dagli Usa dimostrando di non capire come funziona il finanziamento della Nato, sono clamorosi ma meno gravi data comunque la solidità dell’alleanza. Ma gli attacchi contro il sindaco di San Juan, capitale di Portorico, territorio Usa, dopo la distruzione dell’uragano Maria, avranno un effetto negativo su di lui in particolare sul voto latino-americano: nei suoi tweet, Trump ha rivelato un disprezzo per i cittadini dell’isola e per il sindaco, che ha accusato di pigrizia, di voler tutto fatto e di non far nulla.