Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 29 Venerdì calendario

Dai 101 alle unioni civili cinque anni sulle montagne russe

roma Una riforma costituzionale che per mesi ha diviso l’Italia e il Parlamento, la battaglia sulle unioni civili e quella sul biotestamento, l’abolizione dell’articolo 18, l’addio al finanziamento pubblico ai partiti e gli 80 euro. È una legislatura turbolenta quella che si è chiusa, cinque anni sulle montagne russe, tagliando traguardi storici nel campo dei diritti civili, arrendendosi però sullo Ius soli. Motore di tutto, il partito di maggioranza relativa, il Pd, che dopo la “non vittoria” del 2013 ha dovuto cercare i voti per governare. Tre governi e due presidenti della Repubblica, uno dei quali, Napolitano, per la prima volta nella storia repubblicana eletto per un secondo mandato, dopo che i 101 franchi tiratori del Pd avevano affondato la candidatura di Prodi. In Parlamento il debutto dei 5 Stelle che promettono di «aprirlo come una scatola di tonno». L’età media dei parlamentari scende a 48 anni, la presenza delle donne tocca il record del 31 per cento. Tre governi Il primo, quello di Enrico Letta, dura 10 mesi e parte in salita: un governo di larghe intese che naufraga presto sul voto che nel novembre 2013 sancisce la decadenza da parlamentare di Berlusconi. La scissione di Alfano consente a Letta di andare avanti fino al febbraio 2014, quando la direzione del Pd chiede una “svolta” che porta Matteo Renzi, dopo i tanti “Enrico stai sereno” ad insediarsi a palazzo Chigi. Il suo esecutivo durerà due anni e 9 mesi, conquistando anche i voti della pattuglia verdiniana che abbandona Berlusconi. Le dimissioni arrivano dopo il referendum del 4 dicembre 2016 che boccia la riforma costituzionale del governo. Gli succede Paolo Gentiloni, in carica da un anno e che dopo la scissione di Mdp dal Pd, perde il sostegno di circa 50 parlamentari. Il lavoro del Parlamento Le leggi approvate in questa XVII legislatura sono state 384 (solo 356 però quelle pubblicate finora), più o meno in linea con la precedente ( 391). Con una novità in negativo, cioè il forte aumento del tempo di approvazione delle leggi: la media è di 306 giorni contro i 193 della precedente legislatura ( dati Senato). La parte del leone come sempre spetta ai progetti del governo: quasi l’ 80% di quelli approvati. Sempre alto il numero dei decreti che arriva a 97 ( 106 nella XVI legislatura), mentre arrivano a quota 107 i voti di fiducia, come informa Openpolis. Il primato è di Gentiloni con una media di 2,58 voti di fiducia al mese contro i 2 di Renzi e l’ 1,1 di Letta. Record trasformista dei cambi di casacca: 546 in tutto, 345 i parlamentari che si spostano da un gruppo all’altro. La legislatura dei diritti Unioni civili e biotestamento le leggi di portata storica. La prima mette fine a vent’anni di polemiche, dopo i tentativi falliti del centrosinistra con Dico e Pacs, regolamentando per la prima volta le unioni omosessuali ma anche le convivenze etero. Viene approvata con la fiducia del governo Renzi nel maggio 2016, dopo molte polemiche che dividono anche il Pd, mentre i 5 Stelle si astengono. Voteranno invece il biotestamento, diventato legge pochi giorni fa a distanza di un quarto di secolo dal caso Eluana Englaro. Approvato anche il divorzio breve che riduce da tre anni a uno il tempo per sciogliere un matrimonio. A favore delle donne il decreto Letta contro il femminicidio, che introduce le aggravanti, mentre anche nei consigli regionali entra la parità di genere. Infine sull’onda dei casi Cucchi e Aldrovandi diventa reato la tortura. Ius soli, la legge tradita Delle sei leggi da non tradire che Repubblica aveva indicato nel maggio scorso, solo due non sono state approvate: lo Ius soli e la liberalizzazione della cannabis. Sulla riforma che concede la cittadinanza ai minori nati in Italia da stranieri con soggiorno lungo, o che hanno frequentato un ciclo scolastico, si è combattuta una battaglia ideologica aspra e dopo il sì della Camera il Pd e la sinistra non hanno trovato i voti sufficienti al Senato. In tutto secondo Openpolis sono 103 le leggi approvate da un solo ramo del Parlamento e rimaste in sospeso. Tra queste l’abolizione dei vitalizi, il ddl Fiano sul reato di propaganda fascista, la riforma dei partiti, il cognome della madre e l’ineleggibilità dei magistrati. Costituzione e partiti La vittoria del No al referendum affonda clamorosamente la riforma costituzionale Renzi- Boschi che aboliva il bicameralismo perfetto creando un Senato delle autonomie con soli 100 membri. Ben due invece le leggi elettorali approvate. Prima l’Italicum che, benedetto dal patto del Nazareno Renzi- Berlusconi, prevedeva un modello maggioritario a doppio turno nella sola Camera. Un testo bocciato in parte dalla Consulta, come la precedente legge ( il Porcellum) e ora definitivamente superato dal Rosatellum, un sistema misto. Una svolta storica per la politica è l’abolizione, a 40 anni dal primo referendum, del finanziamento pubblico ai partiti. Al suo posto il governo Letta introduce il 2Xmille, ma è il cittadino che sceglie se devolverlo e a quale partito. L’articolo 18 e i bonus Renzi al suo debutto agli inizi del 2014 vara il Jobs Act che, tra forti proteste sindacali, cancella per i nuovi assunti l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, cioè il diritto al reintegro in caso di licenziamenti economici. Al suo posto resta un indennizzo. Debuttano poi gli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni, confermati anche negli anni successivi. Sempre del governo Renzi è il bonus fiscale degli 80 euro per i redditi medio bassi. Ma non è l’unico: arrivano anche il bonus bebè, il bonus energia e ristrutturazioni e quelli per insegnanti e diciottenni. Con l’ultima manovra di Gentiloni si aggiungono anche i bonus giardini e pendolari. Altra pietra miliare in campo fiscale è la cancellazione della tassa sulla prima casa. Letta ci prova ma dopo una altalena di rinvii e cambiamenti di nomi (Imu, Iuc, Tasi), l’abolizione ( tranne gli immobili di lusso) arriva col governo Renzi nel 2016. La crisi delle banche impone poi diversi interventi legislativi, e una commissione parlamentare d’inchiesta che riporta sotto i riflettori il caso Boschi-Etruria. Immigrati e sicurezza Dopo la tragedia di Lampedusa, che nell’ottobre 2013costò la vita a 366 migranti, il governo Letta lancia l’operazione Mare Nostrum, una missione militare e umanitaria per il soccorso dei barconi provenienti per lo più dalla Libia. Operazione poi sostituita nel novembre 2014 (governo Renzi) da quella con la guida europea di Frontex. L’ultima svolta arriva con gli accordi con la Libia promossi dal ministro Minniti, insieme al nuovo codice per le Ong, che frenano l’ondata di partenze verso le coste italiane. Rai e musei Poco prima di Natale 2015 il Parlamento approva la riforma renziana della Rai: a viale Mazzini arriva un ad con super poteri scelto dal Tesoro e il canone si paga con la bolletta elettrica. Polemiche suscita la riforma Franceschini che rivoluziona musei e sovrintendenze. La giustizia Tra le leggi più importanti il giro di vite contro la corruzione e il falso in bilancio; la riforma penale che allunga la prescrizione e avvia una stretta sulle intercettazioni; il codice antimafia che estende ai corrotti le misure di prevenzione. Buona scuola e vaccini Nell’estate 2015 arriva la contestata “buona scuola”: più poteri ai presidi sugli organici, assunzione di oltre 100 mila precari. Nel luglio 2017 passa invece tra mille polemiche il decreto che reintroduce l’obbligo delle vaccinazioni, dieci in tutto.