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 2017  dicembre 29 Venerdì calendario

Il gasdotto fa paura La sindaca si dimette

Una settimana fa il Consiglio dei ministri aveva dato il via libera alla costruzione di un impianto della Snam a Sulmona. Detto fatto: la sindaca Annamaria Casini, che non vuole l’impianto nel suo comune, ieri si è dimessa per protesta e ha chiesto per oggi un appuntamento con il presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Se non convincerà Gentiloni a tornare indietro, Annamaria Casini si toglierà di dosso la fascia tricolore e la consegnerà al capo del Governo, atto definitivo di protesta.
In altre parole: a differenza dei tanti proclami di fuoco cui sono avvezzi i parolai della protesta, la sindaca abruzzese parla poco e esprime con i fatti il dissenso.
La vicenda. In vista dei futuri flussi di metano, la Snam sta potenziando la dorsale adriatica, cioè la grande tubazione di trasporto a lunga distanza. Raccoglie il gas che arriva dal Mezzogiorno e lo porta verso lo snodo di Minerbio, nella pianura tra Bologna e Ferrara. In Sicilia approdano i gasdotti dall’Algeria e dalla Libia; il Basilicata vi sono i giacimenti di metano da sviluppare; in Puglia arriveranno il Tap e il Poseidon. Il vecchio metanodotto deve diventare più grande e bisogna costruire alcuni impianti di compressione che diano la spinta alla corsa del gas, come in Italia ce ne sono da decenni già altri 11 lungo i 32mila chilometri di condutture.
Uno di questi impianti nuovi è previsto nella piana oltre il cimitero di Sulmona, una dozzina di ettari tra il greto del torrente Vella e la statale 487 verso Pacentro e Cansano.
Ma diversi cittadini di Sulmona non voigliono la novità della futura centrale di compressione, simile alle altre 11 che lavorano da decenni in Italia. È il fenomeno Nimby (not in my back yard, non nel mio cortile) di opposizione a qualsiasi cambiamento. La contestazione di alcuni abitanti della piana è diventato terrore quando, all’inizio di dicembre, a Baumgarten in Austria un’esplosione a un impianto di compressione di un gasdotto ha ucciso un addetto. E molti politici abruzzesi hanno alimentato queste paure per conquistare consenso con slogan come «sarà una bomba atomica» oppure «devasterà il nostro territorio».
Il ministero dell’Ambiente aveva approvato il progetto, la Regione Abruzzo invece è contro. Per risolvere il dissidio fra le istituzioni, la decisione è stata rimessa al Consiglio dei ministri il quale una settimana fa ha detto sì, l’impianto si farà.
La sindaca di Sulmona ieri ha formalizzato la dimissione dall’incarico, accompagnata dalla solidarietà dei sindaci di città abruzzesi come l’Aquila e Avezzano. Nel frattempo il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ha annunciato l’immancabile ricorso al Tar.