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 2017  dicembre 28 Giovedì calendario

2018 l’anno del traffico tra stelle e pianeti

Il 2018 sarà un grande anno per l’esplorazione del cosmo. Soprattutto per l’esplorazione del nostro Sistema Solare. Si torna su Marte con una sonda Nasa e Cina e India sono pronti per la Luna, mentre l’Europa punta a Mercurio. «Scusate il ritardo» è lo slogan della missione «InSight».
Doveva decollare qualche giorno prima di «ExoMars», nel marzo 2016, ma vari problemi tecnici ne hanno fatto slittare il lancio al prossimo 5 maggio, in cima ad un razzo Atlas V. Dovrà raggiungere Marte in otto mesi e tentare una discesa sulla Elysium Planitia. In questa regione la sonda americana studierà ciò che avviene al di sotto della superficie, dalle caratteristiche geologiche fino all’attività sismica.
La riscossa dell’Asia. Il prossimo marzo toccherà all’agenzia spaziale indiana tentare un secondo lancio verso la Luna. La sonda «Chandrayaan 2» è più grande e complessa della precedente, la numero 1: consiste in una parte orbitante e in un modulo di atterraggio che dovrà «allunare» assieme a un rover di realizzazione russa.
Sulla Luna, però, puntano a tornare anche i cinesi. Rimandata al 2019 la missione di recupero e rientro a Terra dei campioni selenici, per l’autunno 2018 è in programma il lancio di «Chang’e 4»: il robot sarà il primo a far discendere sulla faccia nascosta del satellite un modulo di atterraggio e un rover, che la esplorerà per 90 giorni. È questa la seconda missione lunare consecutiva dell’agenzia spaziale cinese, dopo che «Yutu» (portato da «Chang’e 3») compì un’esplorazione nel 2013.
Un po’ prima, in giugno, è previsto invece l’arrivo sull’asteroide Ryugu della sonda giapponese «Hayabusa 2»: deve recuperare un campione roccioso grazie a un paio di «lander», mentre la cugina della Nasa «Osiris-Rex» raggiungerà un altro asteroide. Si tratta di Bennu, che può contenere indizi preziosi sulla storia del Sistema Solare.
A caccia di altri pianeti. Un’altra data-chiave è il 20 marzo, quando un razzo «Falcon 9» porterà in orbita da Cape Canaveral il satellite Usa «Tess» (acronimo di «Transiting Exoplanet Survey Satellite»). Una volta collocato in una posizione molto ellittica attorno alla Terra, dovrà identificare nuovi esopianeti: da quelli di dimensioni e caratteristiche terrestri fino ai giganti gassosi. In particolare dovrà rivelarne le caratteristiche, a cominciare da quelle – fondamentali – dell’atmosfera.
In una finestra tra luglio e agosto 2018 a partire sarà un’altra missione della Nasa, la «Parker Solar Probe». Obiettivo è il Sole e lo raggiungerà con una serie di «flyby», vale a dire di giganteschi rimbalzi, sfruttando la gravità di Venere: arriverà alla minima distanza dalla nostra stella nel dicembre 2024, ad «appena» 5,9 milioni di chilometri, otto volte inferiore all’attuale record.
Show di «Bepi Colombo». Con una finestra di lancio che si aprirà il 5 ottobre sarà il momento della sonda europea dell’Esa «Bepi Colombo»: è molto italiana non solo nel nome, ma per la tecnologia e la scienza «made in Italy» a bordo. Realizzata con il contributo della Thales Alenia Space, verrà inviata verso Mercurio da un vettore «Ariane 5». È stata dedicata allo scienziato italiano Giuseppe «Bepi» Colombo: fu lui, nel 1974, grazie a una serie di calcoli interplanetari, a convincere la Nasa a modificare il programma della «Mariner 10». Inizialmente ideata solo per l’esplorazione di Venere, eseguì diversi «flyby» con Mercurio, fino ad allora mai visitato. Ma stavolta «Bepi Colombo» sarà la prima sonda inviata appositamente per compiere una dettagliata esplorazione del misterioso pianeta più vicino al Sole.