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 2017  dicembre 28 Giovedì calendario

Scuola, sanità ed enti locali. Contratto atteso da 2,7 milioni

I 247mila «statali» (dipendenti dei ministeri, oltre che di Inps, Inail e agenzie fiscali) hanno il loro contratto. Ma in realtà il grosso dei dipendenti pubblici, dagli enti locali, alla scuola, alla sanità, ovvero oltre 2,7 milioni di lavoratori, ancora attendono la firma dei rinnovi contrattuali. Come è sempre successo in passato in realtà le regole fissate per gli «statali» in senso stretto poi vengono copiate per gli altri rinnovi. Serviranno tuttavia una serie di passaggi per completare l’intera procedura, che il governo e i partiti di maggioranza hanno intenzione di accelerare per evidenti ragioni elettorali, per conquistare consensi a suon di aumenti salariali ed arretrati (stimati in una «una tantum» di 570 euro).
Il primo di questi passaggi è la consegna da parte dell’Aran – l’agenzia contrattuale del governo per il settore pubblico – della relazione tecnica del contratto che verrà trasmessa, si presume entro la giornata di oggi, al governo. Il testo sarà poi trasmesso alla Corte dei conti che dovrà certificare la congruità delle cifre con gli stanziamenti in legge di bilancio e agli organi di controllo, per poi tornare all’Aran per la firma definitiva di governo e sindacati. Secondo le previsioni, in tutto serviranno un’altra decina di giorni; poi toccherà agli altri comparti, ovvero scuola, sanità e personale degli enti locali. Non si sa in quale ordine.
Non sarà una passeggiata, però. Sicuramente il settore più caldo e problematico sarà quello della scuola, che per la prima volta aggrega nello stesso contratto anche università e personale della ricerca. Si tratta di un comparto molto «popoloso»; e c’è tanta attesa perché il rinnovo arriva dopo ben otto anni di blocco contrattuale. E in più in particolare la Cgil ha intenzione di approfittare dell’occasione per modificare la riforma della scuola varata da Matteo Renzi. «Vorremmo rimettere mano a tante cose della “Buona scuola” che non ci sono piaciute», avverte il segretario confederale Cgil Franco Martini.
A breve saranno pronte le piattaforme con le richieste dei sindacati – che ovviamente dovranno stare all’interno del quadro economico stabilito per gli statali – e intanto già oggi i sindacati sono convocati all’Aran per i rinnovi delle Rsu, in particolare per definire il calendario delle elezioni a tre anni dalle ultime.
Superata questa fase emergenziale, nel giro di un mese poi entrerà in funzione la «Commissione paritetica sui sistemi di classificazione professionale». Questo organismo, introdotto dal contratto, entro il mese di maggio avrà il compito non facile di definire un profondo restyling dei «mestieri» della pubblica amministrazione. Non un semplice lavoro tecnico di riclassificazione del personale, ma il tentativo, spiegano al governo, di far fare un salto di qualità culturale e mappare i mestieri venuti fuori con l’innovazione tecnologica, ma anche con le moderne filosofie dell’organizzazione. Spunteranno quindi «nuove figure», ad esempio in campo informatico; si definiranno «figure polivalenti», in grado di ricoprire più funzioni, trasversali a più uffici. E si dovranno prevedere anche opportunità di progressione economica, con una revisione degli schemi tradizionali di remunerazione. Insomma gli effetti si faranno sentire su carriera e busta paga.