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 2017  dicembre 28 Giovedì calendario

Il bilancio (quasi) positivo del 2017

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale (Wb) hanno presentato quelle che a parere dei rispettivi staff sono le statistiche di maggiore significato del 2017. Un anno complessivamente positivo a livello globale per quel che riguarda l’economia – «da non sprecare» nel 2018, dice l’Fmi – e con caratteristiche miste dal punto di vista di altri indicatori. Il Fondo nota che l’anno si chiude con il Prodotto lordo cresciuto attorno al 2,2% nei Paesi avanzati, del 4,6% in quelli emergenti, del 6,8% in Cina. In questo quadro, più del 20% degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo ha però visto declinare il Pil pro capite. Il commercio internazionale, la cui crescita negli anni scorsi aveva registrato cadute significative, è stata di oltre il 4% (dal 2% del 2016 ). I prezzi dei prodotti alimentari, dei metalli e dell’energia si sono stabilizzati o sono leggermente cresciuti, anche se a livelli inferiori rispetto al 2010 : segno di un ritorno della domanda. Però, nonostante i tassi di disoccupazione siano calati (dall’ 8,7% del 2009 al 5,6% dello scorso agosto nei Paesi avanzati), i salari non hanno beneficiato della situazione: nelle economie più ricche, sono saliti a un ritmo inferiore all’ 1,5%; nel 2007, per fare un paragone, erano cresciuti del 3,8%. Le Borse sono invece a livelli record: l’indice S&P500 è oggi sopra di oltre il 20% rispetto all’inizio del 2015. Interessante è il fatto che, nonostante il 2017 sia stato un anno di grandi eventi geopolitici, la volatilità sia crollata, per i continui acquisti sui mercati effettuati dalle banche centrali: l’indice Vix di Chicago che la misura è sceso a 10 (novembre scorso), quando all’inizio del 2016 aveva sfiorato 25. La Banca mondiale ha invece scelto altri indicatori: eccone alcuni. La popolazione mondiale in aree di crisi che ha avuto bisogno di assistenza alimentare è stata di 83 milioni : in netta crescita rispetto ai 47 milioni del 2015 e ai 69 del 2016. Le emissioni di anidride carbonica, che si erano stabilizzate negli scorsi tre anni, hanno ripreso a crescere e oggi sono il 60% in più rispetto al 1990, nonostante le conferenze globali di ogni anno e gli impegni presi dai governi. Il mondo continua a registrare una forte perdita di biodiversità: quasi il 25% dei mammiferi è minacciato di estinzione o estinto. Riassunto: la Grande Crisi iniziata nel 2008 è finita; le altre restano.