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 2017  dicembre 28 Giovedì calendario

Il «Post» e la maledizione dei Graham

Erano giorni di celebrazioni per il Washington Post. Il film che racconta i complicati momenti della pubblicazione dei «Pentangon Papers», diretto da Steven Spielberg e intitolato semplicemente The Post, è uscito il 22 dicembre e veleggia pieno di nomination verso i Golden Globe (poi, probabilmente, gli Oscar). Ma due giorni prima, nella stessa Los Angeles, Bill Graham, il figlio della storica editrice del giornale, Katharine, si è ucciso con un colpo di pistola. Aveva 69 anni. È lo stesso modo in cui il 3 agosto del 1963 si tolse la vita suo padre Philip, nella pausa di un lungo ricovero in un ospedale psichiatrico, dopo infedeltà, abbandoni, retromarce. Fu un suicidio, quello di allora, destinato indirettamente a cambiare la storia degli Stati Uniti d’America. A pochi giorni dallo choc, la moglie Katharine (che nel film ha il volto di Meryl Streep) assunse le redini del quotidiano. Qualche anno dopo scelse coraggiosamente di promuovere il coriaceo Ben Bradlee alla direzione del giornale, aprendo una stagione forse irripetibile per il giornalismo americano. Nel 1971 arrivarono le «carte» del Pentagono che svelarono la reale portata del disastro in Vietnam (pubblicate prima, per la verità, dal New York Times ), tre anni dopo fu la volta dell’inchiesta-mito sullo scandalo Watergate che trascinò Richard Nixon alle dimissioni e squassò la fiducia residua degli americani nelle proprie istituzioni. Graham narrò tutti i retroscena nell’autobiografia Personal History, che le valse il Pulitzer nel 1998, e in un’intervista del 2003 alla Npr. Tra le primissime donne a ricoprire un ruolo così cruciale – peraltro negli anni dell’esplosione femminista – raccontò anche il rapporto con i figli. La prima, Elizabeth, è una giornalista del Post. Il secondo, Donald, seguì la madre alla presidenza del quotidiano, che dal 2013 è passato nella mani del tycoon 2.0 Jeff Bezos. L’unico a non ereditare la passione, la voglia o anche solo l’opportunità di fare il giornalista fu Bill, il terzogenito, che è stato avvocato, professore e filantropo. A lui è toccato in sorte altro: lo stesso demone che, mezzo secolo prima, si portò via suo padre.