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 2017  dicembre 28 Giovedì calendario

Vendita Alitalia alle battute finali. E la favorita è la tedesca Lufthansa

ROMA I numeri non sono ancora «quelli giusti» e l’offerta «deve essere migliorata», come dice chi sta seguendo da vicino il dossier. Ma per il futuro di Alitalia la destinazione di arrivo sembra essere la Germania, con la vendita alla Lufthansa. Le offerte arrivate nei mesi scorsi per la nostra ex compagnia di bandiera sono tre, come ha confermato il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda. Ma quella della compagnia tedesca appare in netto vantaggio rispetto alle altre due: quella della low cost britannica easyJet e quella del fondo americano Cerberus, specializzato in «investimenti in difficoltà». La scaletta A gennaio, almeno nelle intenzioni, dovrebbe partire una fase di negoziazione in esclusiva con la compagnia tedesca. Con l’intento di perfezionare la cessione entro il mese stesso, al massimo entro i primi giorni di febbraio. L’obiettivo è mettere l’operazione al riparo dalle ventate della prossima campagna elettorale. Ma anche evitare che la decisione venga gestita da chi verrà dopo il voto di primavera. Forse ricordando il precedente del 2008 quando il governo Berlusconi, appena insediato, fece saltare l’intesa raggiunta pochi mesi prima dal governo Prodi con Air France e Klm. E fece salire a bordo quella cordata tutta italiana dei capitani coraggiosi, che poi non durò a lungo. Ma perché l’offerta tedesca è in vantaggio rispetto alle altre due? La questione è riservata ma l’orientamento sembra condiviso sia dai tre commissari arrivati a maggio – Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari – sia dai due ministri che per il governo stanno seguendo il caso, lo stesso Calenda e il responsabile delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Lufthansa è la soluzione che sembra dare migliori garanzie in termini di solidità finanziaria. E anche migliori prospettive per uno sviluppo industriale di medio periodo. Se l’affare dovesse andare in porto, la compagnia tedesca dovrebbe puntare sul lungo raggio, affidando le rotte medie e brevi a Eurowings, la propria low cost. E puntare soprattutto su Fiumicino, come hub dell’Europa meridionale. Al di là delle scelte industriali, però, il vero nodo è quello degli esuberi.
I tagli L’offerta di Lufthansa riguarda solo il settore volo di Alitalia, che in questo momento conta circa 8 mila dipendenti. La compagnia tedesca ne vorrebbe tagliare circa 2 mila, il 25%. Troppi secondo i commissari e il governo, che hanno chiesto di dimezzare gli esuberi. Al di là delle smentite ufficiali la trattativa è già in corso. Le parti si stanno avvicinando ma la questione non è ancora chiusa. L’altro nodo riguarda il prezzo di vendita. L’offerta iniziale di Lufthansa era di 300 milioni di euro ed è stata respinta. Commissari e governo chiedono di salire almeno a 500 milioni e anche in questo caso le parti si stanno avvicinando. Dall’offerta di Lufthansa resterebbe fuori tutta la parte handling, i servizi a terra con altri 3.500 dipendenti. Forse sono quelli che rischiano di più in questa nuova crisi. Solo per questa parte della compagnia, sono arrivate altre quattro offerte. Ma su questo punto è possibile che la decisione segua un canale diverso. Con tempi più lunghi.