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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Tokyo vicina alla piena occupazione. I senza lavoro al 2,7%, il minimo dal ’93

La disoccupazione continua a scendere e l’inflazione a salire: il Giappone corre sicuro sul binario della ripresa. Il tasso di disoccupazione è sceso a novembre al 2,7%, il livello più basso dal 1993. Mentre l’indice dei prezzi è cresciuto dello 0,9%, rispetto al +0,8% del mese precedente.
I prezzi
Ostenta prudenza il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda: «La strada è ancora lunga per raggiungere l’obiettivo della stabilità dei prezzi al 2%», commenta nel corso del suo discorso di fine anno. Ma se accostato a quello del Pil, il dato offre chiaramente di che tornare a sorridere sull’isola del Sol levante: +1,4% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno fa, in espansione da 7 trimestri consecutivi, il ciclo più lungo in 16 anni.
L’Abenomics, una miscela di stimoli all’economia che prende il nome dal premier Shinzo Abe, sta dando i suoi frutti. Nel novembre 2012, un mese prima che lui diventasse primo ministro il Nikkei viaggiava intorno agli 8.000 punti, oggi è intorno a quota 22 mila. La disoccupazione era sopra il 4%. A incidere, oltre ai tassi di interesse ai minimi storici, sono i poderosi investimenti pubblici. Il bilancio dello Stato dovrebbe toccare per il 2018 il record di 97.700 miliardi di yen (730 miliardi di euro), spinto dall’aumento del budget per la sanità e la protezione sociale. Ma anche di quello per la difesa, che toccherà il massimo storico di 5.190 miliardi di yen (39 miliardi di euro) per il 2018/2019, aumentando per il sesto anno consecutivo.
Domanda e offerta
Il rapporto tra le offerte e le domande di lavoro è salito a 1,56, il livello più alto dal 1974. In sostanza il dato indica che ci sono 156 offerte di lavoro per 100 persone che fanno domanda. Si tratta di un indicatore che in Giappone è tenuto in maggiore considerazione rispetto a quello sull’occupazione. Era sceso sotto 1 (soglia alla quale il numero di domande è pari al numero di offerte) alla fine del 2008, nel pieno della crisi. È tornato a salire sopra la parità nel 2012 e ora ha preso il volo. «La ripresa economica attuale è caratterizzata da lunga durata», conferma Haruhiko Kuroda. Ma c’è il rovescio della medaglia: «Non si può negare – spiega – che, se rapportato alla forza dell’economia e al consolidamento del mercato del lavoro, l’incremento dei salari ha un passo più lento rispetto alle riprese economiche precedenti».
Tasso negativo
In effetti il tasso di inflazione è spinto soprattutto dal petrolio. Ma, depurato dai beni il cui prezzo è più volatile, energia e alimentari freschi, scende allo 0,3%. Perciò l’intenzione della Banca del Giappone è quella di mantenere una politica monetaria fortemente espansiva. «La maggioranza dei membri» del board, si legge in un documento ufficiale relativo all’ultima riunione, «ha condiviso il riconoscimento che è appropriato continuare a perseguire un potente alleggerimento monetario». Attualmente il tasso a breve termine è negativo: vale -0,1%; mentre quello sui bond decennali è pari a zero. Ed evidentemente sono destinati a rimanere tali ancora per un po’.