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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Navalnyj fuori gioco dura risposta Ue Si va verso il Putin IV

Di che cosa stiamo parlando In Russia Vladimir Putin si appresta a conquistare il quarto mandato da presidente (primavera 2018). Non ha veri rivali, anche se formalmente ci sono altri candidati. Ieri è stato escluso dalla corsa il blogger dissidente Aleksej Navalnyj. Protesta l’Ue, non gli Usa. Intanto la Royal Navy inglese ha segnalato l’attività di navi militari russe vicino alle acque del Regno Unito. Preoccupano pure iniziative e aumento dei sottomarini russi. Dalla nostra corrispondente MOSCA L’unico ad aver fatto campagna elettorale sinora è fuori dalla corsa per le presidenziali del 18 marzo: il paladino della lotta anticorruzione Aleksej Navalnyj non potrà sfidare Vladimir Putin, il presidente uscente che si ripresenta per un quarto mandato. Con un voto all’unanimità, eccetto un’astensione, domenica la Commissione elettorale centrale russa ha ribadito che l’attivista è ineleggibile almeno fino al 2028 a causa dei suoi precedenti penali. Una sentenza scontata e attesa: qualche settimana fa, Ella Pamfilova, la presidente della Commissione, aveva previsto che solo un «miracolo» avrebbe permesso a Navalnyj di poter partecipare alle elezioni. L’attivista, che da quando un anno fa ha annunciato che avrebbe corso per il Cremlino ha aperto 83 uffici elettorali in tutto il Paese, sperava però di forzare le autorità ad accogliere la sua candidatura. E contava sul pronunciamento della Corte europea per i diritti umani che aveva giudicato «motivata politicamente» la condanna a cinque anni di carcere con condizionale per appropriazione indebita. Il miracolo non c’è stato. E ora il blogger ha invitato i 200mila volontari della sua campagna a convincere gli elettori russi a boicottare il voto. «Vladimir Putin – ha affermato Navalnyj in un video diffuso online – è terribilmente spaventato. Ha paura di rivaleggiare con me. Quelle che ci offrono non possono essere chiamate elezioni. Vi prenderanno parte solo Putin e candidati personalmente selezionati da lui, che per lui non rappresentano neppure la minima minaccia. Andare ai seggi sarebbe votare per le bugie e la corruzione». Al suo fianco si è schierata anche Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante per la politica estera. Il verdetto, ha fatto sapere tramite il suo portavoce, «getta seri dubbi sul pluralismo politico in Russia e sulla prospettiva di elezioni democratiche il prossimo anno». E ricordando il verdetto della Corte europea per i diritti umani, ha aggiunto: «I processi politici non dovrebbero essere usati contro la partecipazione politica. Ci aspettiamo che le autorità russe garantiscano un terreno di gioco equo, incluso per le elezioni presidenziali». Il Cremlino non solo ha respinto le accuse, ma minaccia ritorsioni. «Il fatto che uno degli aspiranti candidati non possa prendere parte alle elezioni non ha alcun impatto sulla loro legittimità», ha detto Dmitrij Peskov, portavoce di Putin. Anche perché, secondo un sondaggio di inizio mese, solo l’ 1 per cento voterebbe per Navalnyj. «L’appello a boicottare il voto – ha aggiunto Peskov – richiede un esame scrupoloso per capire se viola o no la legge». Poche ore dopo, la candidatura di Putin come indipendente alle presidenziali otteneva il sostegno di 650 sportivi, musicisti, attori e celebrità – sopra al minimo di 500 richiesto dalla legge – riunitisi a Mosca, al parco espositivo Vdnkh. Sul palco campeggiava una mappa della Russia e la scritta: «Un forte presidente. Una forte Russia». Putin non era presente. Aveva impegni inderogabili, ha detto Peskov. Ed è pronto, ha aggiunto, a far da mediatore tra Corea del Nord e Usa.