la Repubblica, 27 dicembre 2017
Nuova cittadinanza, ecco i diritti negati senza la riforma. Domande & risposte
• Cosa prevede lo Ius soli?
In realtà non si tratta di un vero e proprio Ius soli, perché la legge non dà la cittadinanza italiana a chi semplicemente nasce in Italia. È una versione temperata e solo ad alcune condizioni si diventa cittadini italiani, non automaticamente.
• Quali sono queste condizioni?
Un bambino nato in Italia da genitori stranieri può avere la cittadinanza italiana se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni e abbia regolare permesso di soggiorno. Un ragazzo figlio di genitori stranieri può altresì acquisire la cittadinanza se è arrivato nel nostro paese prima di avere compiuto 12 anni e ha frequentato la scuola per almeno 5 anni, avendo superato un ciclo scolastico (elementari o medie): si tratta in questo caso dello Ius culturae.
• Da quanto tempo si discute di Ius soli in Italia?
Sono più di vent’anni che se ne parla. La prima legge di iniziativa popolare fu presentata dalla comunità di San’Egidio e Andrea Riccardi, fondatore della Comunità, diventato ministro con il governo Monti, depositò la proposta. L’ex segretario dem Bersani dichiarò nel 2013 che sarebbe stato il suo primo atto se fosse andato al governo. Il Pd in questa legislatura l’ha sostenuta in Parlamento.
• Perché è naufragata?
La legge su Ius soli e Ius culturae è stato approvata alla Camera nell’ottobre del 2015 con l’opposizione del centrodestra e l’astensione dei 5Stelle. Ma la maggioranza di governo di Pd, sinistra e centristi aveva tenuto. Si è poi impantanata al Senato, dove il leghista Roberto Calderoli ha presentato più di 5 mila emendamenti e i 5Stelle hanno dichiarato che non l’avrebbero votata. Il primo dibattito in aula a Palazzo Madama, nel giugno di quest’anno, è finito in rissa con la ministra Valeria Fedeli medicata in infermeria
• C’è un’altra possibilità di approvarla?
Non in questa legislatura che sta per concludersi tra pochi giorni. Solo la volontà di mettere la fiducia potrebbe cambiare il calendario