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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Cinque noci al giorno fanno bene al cuore

All’inizio degli anni Novanta, i ricercatori dell’università di Loma Linda negli Stati Uniti pubblicarono i risultati dell’Adventist Health Study che, per la prima volta, metteva in relazione il consumo di noci con il rischio cardiovascolare. Dimostrarono che una dieta arricchita da una modesta quantità di noci, abbassava il livello di colesterolo più di una normale. In effetti, le noci hanno una composizione nutrizionale pressoché unica: sono ricche di acido oleico e di acidi grassi polinsaturi, fibre, minerali, vitamine, polifenoli ed altri composti bioattivi. Si sono rivelate efficaci anche per i diabetici di tipo 2 e nella sindrome metabolica. I LEGUMI
Nello studio Predimet (Prevenciòn con Dieta Mediterranea) una dieta mediterranea che prevede 30 grammi di noci al giorno riduceva di circa il 30% il rischio di eventi cardiaci e cerebro-vascolari. Il termine noci in effetti è piuttosto aspecifico, comprendendo sia le nocciole che le noci vere e proprie, ed anche le arachidi, che dal punto di vista botanico sono dei legumi, ma che hanno un profilo nutrizionale molto simile alle altre. Quasi tutti gli studi pubblicati, però, non fanno differenza tra i vari tipi e le considerano insieme.
Il mese scorso, la rivista Journal of American College of Cardiology ha pubblicato un lavoro che ha analizzato i dati di tre precedenti grossi studi dell’Università di Harvard sull’efficacia dell’assunzione di noci per la prevenzione di rischio cardiaco e cerebrale. Sono stati analizzati oltre 210.000 persone seguiti per un periodo variabile da 21 a 32 anni. È risultato che chi assume cinque porzioni (più o meno 30 grammi) di noci a settimana ha un rischio tra il 14% ed il 20% più basso di sviluppare malattie cardiache. Anche il rischio di malattie cerebro-vascolari (prevalentemente ictus ) sarebbe ridotto, ma non in modo significativo.
Un dato interessante emerso dallo studio è che il consumo di noci è associato maggiormente alla riduzione di infarto fatale (-31%) che a quella di infarto non fatale (-3%). Questo dato suggerirebbe che alcuni componenti delle noci (in particolare gli acidi grassi polinsaturi) potrebbero avere un effetto antiaritmico e potrebbero ridurre la percentuale di morte improvvisa post-infarto.
Inoltre le noci sembrano avere un’efficacia maggiore rispetto alle arachidi o alle nocciole. Ciò sarebbe dovuto sia alla loro ricchezza in acido alfa-linolenico, sia al fatto che vengono consumate crude mentre la maggior parte delle altre sono cucinate perdendo quindi la pellicina in cui si trovano la gran parte delle sostanze antiossidanti. Va notato che l’efficacia preventiva delle noccioline si perde quasi tutta nel burro di arachidi che non sembrerebbe associato ad alcuna riduzione di rischio sia cardiaco che cerebrale.I CHILI
Dal momento che le noci sono un alimento ad alto contenuto di grassi, il problema che si pone per un consumo eccessivo è l’aumento di peso. Anche se questo non è mai stato provato in studi scientificamente validi. Lo studio Predimet ha, inoltre, dimostrato che la dieta mediterranea in cui erano previsti 30 grammi di noci al giorno provocava dopo 5 anni non un incremento ma un piccolo decremento del peso. Bisogna tener conto dell’effetto saziante delle noci che contribuisce a non aumentare il peso.
L’effetto positivo sul sistema cardiovascolare ha fatto sì che le noci fossero già dal 2013 incluse nell’elenco dei cibi raccomandati dall’American College of Cardiology per una sana e corretta alimentazione, e studi sono in corso per provare l’effetto di una dieta arricchita con noci sulla demenza senile.
(Antonio G.Rebuzzi è direttore Cardiologia intensiva Policlinico A.Gemelli-Università Cattolica)