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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Regali, 180 euro a famiglia. Felici i negozianti ma trionfano cibo e online

Meno pastorelli nel presepe e lucine colorate sull’albero, più tortelli e panettoni sulla tavola. A fare il bilancio degli acquisti in questa prima parte delle feste è il Codacons, l’associazione dei consumatori che il giorno dopo la grande abbuffata di Natale tra regali e banchetti, fa due conti nelle tasche dei romani. Che si ritrovano con 180 euro in meno nel portafoglio. Più spendaccioni degli altri. La media nazionale infatti si attesta sui 166 euro.
L’altra faccia della medaglia è che i commercianti, in confronto a un anno fa, hanno incassato un 2 per cento in più. «A trainare le spese sono stati i prodotti alimentari, l’elettronica, l’hi- tech: settori che hanno registrato vendite in aumento fino al + 10 per cento», spiega l’associazione.
Il vero exploit del 2017 riguarda le vendite on line. Per il Codacons 1 regalo su 3 è stato acquistato sulla rete. Evitando con un clic, file, code, sprechi di benzina e multe per la doppia fila. Compere avvenute in molti casi, giocando d’anticipo. Ovvero nell’ultimo week end di novembre, quello del “black friday” che ha regalato un’overdose di sconti.
Più telefonini e tablet, ma meno decorazioni per la casa se è vero che la spesa per decorare l’abete è diminuito del 3 per cento. Effetto Spelacchio? Chissà. Babbo Natale però non si è sottratto ai suoi doveri. E il comparto dei giocattoli, secondo le rilevazioni del Codacons anche quest’anno sembra aver retto bene. E così come quello dell’hi tech. Meno bene invece è andata per abbigliamento, calzature, accessori e arredamento per la casa. Settori dove le vendite non sono decollate.
Del resto, la strada per risalire la china sembra lontana. Il dato che dà Carlo Rienzi, presidente del Codacons, è nazionale: «La differenza di spesa rispetto al periodo pre- crisi è molto elevata – dice – nel 2007 “l’effetto Natale” è stato pari a 18 miliardi di euro contro i 10 miliardi del 2017. Ciò significa che in un decennio si sono persi 8 miliardi».
La ripresa, seppur contenuta, s’ è vista sulle tavole con un aumento delle spese alimentari del 2,8 per cento». E in tutta Roma, la guerra all’ultimo pandoro, si è combattuta fino in fondo. A botte di offerte e di orari continuati. Il gruppo dei supermercati Pim, in alcune sedi come quella in via del Forte Trionfale a due passi da via Cortina d’Ampezzo, ad esempio ha lasciato le porte aperte fino a mezzanotte sia il 23 dicembre che il 24, giorno della Vigilia. Con sconti del 50 % sull’insalata russa e i “suoi fratelli” a partire dalle 20 in poi. Aperture fuori programma, nonostante il pentastellato Luigi di Maio chieda la chiusura dei negozi la domenica. E nonostante le proteste e i flash mob, come quello di ieri alla stazione Termini dove tanti Babbo Natale hanno invocato il riposo di chi lavora nei negozi durante i giorni festivi.
Si parlava di abbondanza sulla tavola. Il risultato è che in questi giorni di pranzi e cenoni ci sono stati anche tanti sprechi. Sì perché se i romani si sono alzati da tavola col giro vita appesantito, non è andata meglio al bidoncino dell’”umido”. Stracolmo. È sempre il Codacons a raccontare: «Si stima che quasi il 20% degli alimenti sia finito in pattumiera». Per capire se è vero tanto scialo, basta aprire il frigorifero di casa: col capitone che saluta dalla vaschetta, la lasagna quasi intatta a implorare una fine dignitosa. E il pesce che, come dice il proverbio “dopo tre giorni puzza”. Quindi? Meglio richiudere il frigo e per il prossimo anno darsi una regolata.