la Repubblica, 27 dicembre 2017
L’Amaca
Il deputato dem Scalfarotto spiega sul Post, con buone ragioni tecniche, perché l’affondamento dello Ius soli in Senato non è attribuibile al Pd ma ai Cinquestelle (che in tema di diritti civili, si sa, hanno la sensibilità di una ruspa guidata da un ippopotamo). Anche se il gruppo dem fosse stato presente al completo, segnala Scalfarotto, sarebbe stato inutile.
Mi permetto di dissentire.
Sarebbe stato inutile agli effetti del risultato contabile.Sarebbe stato invece molto utile sotto il profilo politico.
Nel nome di quel principio di rappresentanza che lega ancora, seppure flebilmente, gli elettori ai partiti, riconoscersi in certe questioni di principio – di questo si tratta – aiuta a riconnettere almeno qualche filo di un discorso politico ormai cortocircuitato.
Presentarsi in massa per votare lo Ius soli, indipendentemente dal risultato, sarebbe stato, né più né meno, un bel gesto. Di coerenza, prima di tutto. E di alto valore simbolico e perfino identitario, come per dire «la sinistra è questa roba qui, è sentirsi concittadini dei figli di immigrati che sono già italiani di fatto». Il problema è che, nel Pd, questa fondamentale funzione di un partito (rappresentare i valori di chi lo ha votato) evidentemente sfugge. Certo non a Scalfarotto, che sui diritti civili è sempre stato in prima linea. Ma ad altri sì. Il problema è che non si rendono conto, questi altri, quale prezzo politico ed elettorale fanno pagare al Pd.
Credono di saper fare i calcoli: ma non è mica vero.Contare i voti al Senato non è come contarli nelle urne.