Corriere della Sera, 23 dicembre 2017
Savona, lite sulla pipì Il cane la fa in strada? Multa di 500 euro
Savona si divide sulle deiezioni – solide ma in particolare liquide – dei cani. Insomma, la pipì.
Ad agitare gli animi è l’ordinanza firmata tre giorni fa dalla sindaca di centrodestra Ilaria Caprioglio, che impone ai cittadini, pena una multa fino a 500 euro, di «non usufruire per l’espletamento dei bisogni corporali degli animali (deiezione e/o minzione) dei marciapiedi e del porticato di via Paleocapa» né di quelli di Corso Italia e di piazza Sisto IV, comprese «le zone pedonali» e «tutti gli elementi edilizi/architettonici e di arredo urbano presenti nelle suddette aree» e cioè «facciate degli edifici, colonne dei portici, pali e paline, aiuole, panchine, cestini raccogli rifiuti e quant’altro presente».
Un divieto sostenuto dai commercianti delle due centralissime vie e invece fieramente avversato dalle associazioni animaliste, che hanno indetto un presidio di protesta per oggi alle 16 proprio nella piazza indicata dall’ordinanza. La questione non è cosa da poco in una città che conta 60mila abitanti e ben 6.500 cani censiti. «Sono strade lunghe ognuna 5-600 metri – dice Gianni Buzzi, vicepresidente dell’Ente per la protezione animali di Savona —, come può pensare la sindaca che a un cane non scappi? Impedirgli di fare i bisogni rasenta il maltrattamento».
La prima cittadina Caprioglio difende il suo provvedimento: «Il divieto non si riferisce alla strada nella sua interezza, possono portarli nella parte dove ci sono le macchine: via Paleocapa ha un porticato e il problema è che alcuni proprietari maleducati li lasciano espletare le deiezioni liquide là sotto, mentre loro fanno shopping – spiega —. D’estate rilasciano un odore fortissimo, d’inverno rimangono le pozze. Noi facciamo il lavaggio ogni settimana, ma la situazione è indecorosa: i muri dei palazzi sono anneriti, le pipe per la raccolta dei rifiuti corrose».
Caprioglio ne fa anche una questione economica. «L’altra notte abbiamo disposto una pulizia più profonda e dopo le feste procederemo a quella con il bicarbonato, ma per noi è una spesa gravosa: siamo un Comune in pre-dissesto con 14 milioni di debiti e una società partecipata in pre-fallimento». D’altro lato rivendica l’investimento per le aree cani: «Abbiamo speso 11 mila euro per metterne a posto due, altre 4 verranno sistemate grazie a privati». Le associazioni dei negozianti sono con lei: «L’ordinanza impone solo ciò che la gente dovrebbe fare da sola – dice Tommaso Tortarolo, presidente di Confcommercio Giovani —. Io ho due cani e per me non è cambiato nulla».
All’Enpa però contestano soprattutto il metodo: «La sindaca è passata subito alle maniere forti – replica Buzzi —. Non ha provato a sentire noi e il Comitato Aree Canine per una soluzione comune».