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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Cortei e scontri in Perù per la grazia a Fujimori

Migliaia di persone sono scese in piazza a Lima per protestare contro la grazia concessa all’ex presidente Alberto Fujimori, che sta scontando una condanna a 25 anni per violazione dei diritti umani, corruzione e sostegno agli squadroni della morte che operarono nei primi anni del suo governo nell’ultimo decennio del secolo, durante l’offensiva contro i guerriglieri di Sendero Luminoso e Tupac Amaru. Scontri sono stati segnalati tra manifestanti e polizia, che ha usato i lacrimogeni per disperdere la folla. «No alla grazia», hanno urlato i dimostranti nel secondo giorno di proteste iniziate alla vigilia di Natale. La folla ha cercato di raggiungere la clinica dove Fujimori, 79 anni, è ricoverato da sabato per un abbassamento della pressione, ma i dimostranti sono stati bloccati dalla polizia. L’attuale presidente del Perù, Pedro Pablo Kuczynski, ha ammesso che la concessione dell’indulto «per ragioni umanitarie» è stata «la decisione più difficile della mia vita: non potevamo permettere che Fujimori morisse in prigione». Secondo il suo comunicato l’ex leader soffrirebbe di una non meglio identificata «malattia degenerativa senza speranza», ma non sarebbe in fin di vita. «La giustizia non è vendetta», ha detto Ppk. L’attuale presidente ha negato di aver concesso la grazia in cambio di un accordo parlamentare con l’opposizione diretta da Keiko Fujimori, figlia dell’ex presidente. In Parlamento, Kuczynski stava per essere rimosso con una mozione di impeachment. Cruciale, per la sua salvezza, l’astensione di una frangia di dieci deputati capitanata da Kenji, il figlio minore di Fujimori. Kuczynski è sospettato di aver ricevuto dieci anni fa pagamenti illegali dal gigante brasiliano delle costruzioni, Odebrecht, quando era ministro dell’Economia. In un videomessaggio via Facebook, dal letto d’ospedale, Fujimori ha chiesto perdono «dal profondo del cuore» ai peruviani e ha ringraziato Kuczynski per l’indulto.