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 2017  dicembre 27 Mercoledì calendario

Presidente «zar». Putin prepara il quarto mandato

Ha già invitato i suoi sostenitori a boicottare il voto. Perché lui non farà parte dei candidati. AleksejNavalny, il blogger dissidente, è stato escluso dalla corsa al Cremlino. Strada spianata, se mai ce ne fosse stato bisogno, per Vladimir Putin che, a marzo, si prepara a diventare presidente per la quarta volta della Russia.
Le speranze erano poche fin dall’inizio ma forse Navalny non si aspettava un giudizio unanime della Commissione elettorale contro la sua candidabilità alle elezioni presidenziali di marzo. Se non altro perché a capo di quell’organismo c’è Ella Pamfilova, ex esponente liberale, ex capo della Commissione presidenziale per i diritti umani. Ma l’organismo statale, come ha fatto capire la Pamfilova, non poteva far altro che applicare la legge russa e Aleksej Navalny, condannato due volte con sentenze definitive per appropriazione indebita e altri gravi reati, non poteva essere registrato come candidato. Questo anche se lo stesso blogger ed esponente dell’opposizione insiste sulla motivazione politica delle sentenze.
Navalny farà ricorso in tutte le sedi contro la decisione, ma è convinto che non riuscirà a spuntarla. Per questo ha già invitato i suoi sostenitori a boicottare il voto e ha preannunciato che chiamerà la gente in piazza da qui al 18 marzo. «Giorno in cui Putin vincerà come quando gioca a hockey la sera con i suoi sottoposti e manda otto volte il dischetto in rete», ha commentato sarcastico l’esponente dell’opposizione Sergej Medvedev. 
Una campagna elettorale incandescente, dunque, anche se effettivamente il risultato appare fin da ora scontato con Vladimir Vladimirovich che fa segnare percentuali di gradimento vicino all’80 per cento. Suoi avversari sulla scheda saranno alcuni vecchi attrezzi della politica, come l’istrionico liberaldemocratico Vladimir Zhirinovskij e il liberale Grigorij Yavlinsky. I comunisti hanno deciso di accantonare Gennadij Zyuganov che ha sempre corso da quando l’Urss è stato sciolta e di puntare su un volto nuovo, l’imprenditore Pavel Grudinin che, comunque, non ha possibilità reali. Infine c’è la figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo e amico di Putin Anatolij Sobchak. La trentaseienne Ksenya che in passato imperava nei salotti, ha avuto un breve trascorso da esponente dell’opposizione e ora fa la conduttrice tv. Ha subito condannato l’invito di Navalny a boicottare il voto: «È l’unico modo di provare a cambiare qualche cosa». E anzi ha chiesto al blogger di appoggiarla e di unirsi alla competizione al suo fianco. Ma Navalny ha sempre bollato Ksenya come uno specchietto per le allodole, una candidata fasulla messa in campo per dare credibilità al voto. Sulla esclusione di Navalny si è pronunciata anche l’Ue che in una nota dell’ufficio del Rappresentante per gli affari esteri ha avanzato dubbi sul pluralismo politico e sulle prospettive di elezioni democratiche». 
In realtà il vero problema di Putin sarà quello dell’affluenza alle urne, necessaria per assicurare la legittimità dell’elezione dal punto di vista del Cremlino. Con la gente certa del risultato, è possibile che molti rimangano a casa anziché andare ai seggi. Come in passato, allora, si mobiliteranno tutte le strutture organizzative per portare alle urne operai, militari e gente comune. Putin dovrà presentare trecentomila firme a sostegno del suo nome perché ha deciso di correre come candidato indipendente. Questo anche per distanziarsi dal partito Russia Unita, più volte accusato di corruzione dagli oppositori.