La Stampa, 24 dicembre 2017
In Austria l’ultima battaglia è sui cioccolatini di Mozart
Quelle palle sono una bufala, chiedano scusa a Mozart e scendano subito dall’albero. Il cioccolatino più famoso d’Austria, nato nel 1890 dal pasticciere Paul Fürst in onore del compositore di Salisburgo a quasi un secolo dalla sua scomparsa, vince ancora una volta la battaglia legale contro i tarocchi, stracciando come la carta di una pralina appena gustata gli avversari. Palle di Mozart contro (finte) palle di Mozart. È la guerra infinita a colpi di marzapane e burro di cacao. Ma stavolta sembra che si sia arrivati all’epilogo.
La Corte Suprema austriaca ha infatti stabilito che del bon bon ispirato al genio musicale del Settecento ne esiste uno e uno solo, quello prodotto dagli artigiani della pasticceria Fürst. È avvolto in carta d’argento, ha il viso di Mozart in blu, nasone e codino nobiliare annessi. Dettaglio fondamentale: sull’involucro il musicista guarda a destra. Tutti gli altri dolcetti son nessuno e si tolgano di mezzo. La palla di Mozart originale è ripiena di crema di marzapane e gianduia, è stata rotolata con un bastoncino nel cioccolato fondente, è prodotta artigianalmente dalla pasticceria della famiglia dell’inventore. Vita breve ha avuto l’idea della Braun Chocolate Manufacture, che nel 2015 si è messa a vendere le sue palline marroni prodotte in Alta Austria nella Judengasse – cuore dello shopping di Salisburgo. Fürst l’ha citata in giudizio:per la confezione aveva scelto quasi lo stesso tipo di imballaggio. La differenza c’era, ma era mascherata a un occhio disattento, e soprattutto goloso: nei cioccolatini della Braun, Mozart guarda a sinistra, invece che a destra. La battaglia legale aveva già decretato la vittoria dei Fürst due volte, al tribunale di Salisburgo e di quello di Linz, che avevano stabilito il rischio di confusione per il cliente. Ora, con una sentenza del 21 novembre, la Corte suprema ha messo la parola fine sui tarocchi.
C’è da dire che Fürst ce ne ha messo di tempo per proteggere il suo prodotto. L’azienda produce in laboratorio qualcosa come 1,5 milioni di praline l’anno. Solo nel 1997 Norbert Fürst, pronipote del fondatore, registrò il marchio, dopo aver vinto una causa sul nome contro una filiale del gruppo svizzero Nestlé. Solo le sue palle possono denominarsi «Mozartkugel originali», ma quelle della Braun finora si chiamavano «Salzburger Mozartkugel». I turisti non si rendevano conto della differenza e le compravano, invitati dal prezzo più conveniente. Ora che la Corte suprema ha respinto il ricorso dei Braun, l’azienda non potrà vendere a Salisburgo prodotti dolciari con confezione grigia-blu, né commercializzare palle che non siano prodotte nella città che diede i natali al musicista. Destino quello delle palle di Mozart simile a quello della Sachertorte, la celeberrima torta viennese al cioccolato e marmellata, che ha fatto scattare una lotta tra pasticcerie per l’eredità della più buona ricetta (l’originale è datata 1882, invenzione di Franz Sacher, apprendista cuoco alla corte del principe Metternich, venduta oggi dall’Hotel Sacher di Vienna). Sarà forse una dolce vendetta di Salieri nei confronti di Mozart, per gettare scompiglio a secoli di distanza nell’immagine del presunto rivale. Di certo, alla prova del gusto, le palle originali artigianali, che nel 1905 ricevettero anche una medaglia d’oro all’esposizione di Parigi, fanno impallidire il tarocco. E questa non è una palla.