Libero, 24 dicembre 2017
La figlia di Veltroni è stata molestata dal suo capo di Vice
Non poteva mancare lo scandalo sulle molestie sessuali alla vigilia di Natale. L’ha scoperchiato il New York Times e coinvolge il provocatorio sito Vice.com, fondato nel 1994 a Montréal in Canada e sbarcato in Italia nel 2006, sempre all’avanguardia per la sua politica progressista. Il colosso dei media da 6 miliardi dollari e molto popolare tra i millennial dopo aver appreso dell’inchiesta del Nyt ha annunciato di aver licenziato tre dipendenti, ammettendo nella sostanza le accuse del giornale che parla di abusi su 4 donne.La notizia è destinata a fare scalpore anche in Italia perché tra queste c’è pure Martina Veltroni, la figlia di Walter, che è stata indennizzata con un pagamento. Sempre secondo quanto riferito dal quotidiano americano, infatti, la figlia dell’ex segretario del Pd ha preferito chiudere il caso accettando un somma in denaro. Non si conosce l’ammontare della cifra e Martina, interpellata, ha preferito non commentare la vicenda. Il giornale americano riporta, inoltre, le testimonianze delle altre donne. Una che racconta di aver subito molestie mentre era «su una ruota panoramica a Coney Island dopo un evento aziendale», un’altra, invece, che dice di essersi sentita «decisamente sotto pressione e di essere stata licenziata dopo aver respinto le avances di un dirigente». E un’altra ancora che ha ricordato un episodio che ha visto protagonista un collega che le «ha afferrato la faccia cercando di baciarla», in modo talmente insistente che la ragazza è stata costretta a usare l’ombrello per respingerlo.
Secondo il Nyt la Veltroni, ex dipendente di Vice, ha denunciato il suo capo di allora, Jason Mojica, che si sarebbe vendicato, ostacolandola nel lavoro, al termine di una loro relazione. I legali della figlia dell’ex sindaco di Roma hanno affermato che la carriera della loro assistita era stata danneggiata. Accusa respinta dagli avvocati di Moijca che comunque è stato licenziato «per non essere in linea con i valori» della società. L’inchiesta comunque riguarderebbe anche «una ventina di donne, fra 20 e 30 anni, che hanno denunciato molestie di dipendenti e vertici del gruppo».