Il Messaggero, 20 dicembre 2017
La Cina apre il mercato alla bistecca made in Italy
ROMA Si apre la via della seta per la carne bovina italiana: la Cina rimuove, dopo oltre 16 anni, il bando alla bistecca alla fiorentina e ai prodotti a base di carne, come ragù e lasagne. Ci vorrà almeno un anno perché il primo Kg di carne nostrana superi la Grande Muraglia, dopo la definizione del protocollo coi requisiti sanitari per la carne disossata di bovini con meno di 30 mesi, ma il passo è importante per la nostra filiera della carne bovina che, precisa Assocarni, vale in totale dieci miliardi di euro (6 miliardi per l’ industria, 4 per gli allevamenti). Il semaforo verde è stato annunciato dal Ministero dell’Agricoltura cinese e dall’Amministrazione per il Controllo della Qualità, l’Ispezione e la Quarantena (AQSIQ) a conclusione dei lavori del Comitato governativo Italia-Cina presieduto dai rispettivo ministri degli Esteri, Angelino Alfano e Wang Yi. «Soddisfatto e grato alle istituzioni italiani impegnate nel lungo negoziato e alle strutture pubbliche veterinarie che hanno dimostrato alla delegazione cinese la capacità di tracciare ogni singola fettina di carne, il direttore di Assocarni Francois Tomei. «Manca l’ultimo miglio – ha precisato – ma la Cina è un mercato per noi fondamentale sia per la carne fresca bovina, che per i prodotti trasformati. L’apertura di un mercato alternativo potrebbe essere un sostituto delle vendite bloccate dall’embargo russo. Per le nostre carni vaccine il gigante asiatico può diventare una piazza fondamentale, come lo è già diventata per il mercato europeo delle carni suine dove ha riequilibrato i prezzi».