la Repubblica, 22 dicembre 2017
L’Amaca
A Maria Elena Boschi si deve imputare questo: che a trent’anni, giovani e ambiziosi, si dovrebbe e si potrebbe gestire il potere con qualche novità di spirito e di prassi, evitando la trafila di anziani maschi incravattati ai quali domandare clemenza o assistenza per la banca di quartiere. (Sì, è questa la politica, ma non ci si lamenti se poi la politica risulta poco attraente, e gode di così scarso prestigio).
Per il resto, al termine di duecento talk-show e altrettanti articoli di giornale, la mia opinabile opinione, probabilmente minoritaria, è di un polverone acido e distraente.Il commissariamento di Banca Etruria e di Boschi padre da parte del governo nel quale Boschi figlia militava non basta a diradarlo, il polverone, perché non è delle banche che si parla, quando si parla delle banche, ma della perenne resa dei conti tra i partiti, e del sogno (diffusissimo) di liquidare il Pd, talmente odiato che potrebbe – di rimbalzo – cavarsela benino alle elezioni.Tra i tanti in fila per il colpo di grazia impressiona il bocconiano di sinistra Fassina, che da Vespa ha pronunciato una parola sulle banche e mille sulla Boschi, come se la sola cosa che preme a un partito fortemente vocato alla difesa degli interessi popolari fosse vedersi consegnare in una cesta la testa della Boschi, in attesa di quella di Renzi.Una volta compiuto il sacrifizio, magari rimarrà qualche minuto per ragionare sui bancari bancarottieri, sui titoli marci e sui risparmiatori gabbati.