la Repubblica, 22 dicembre 2017
Lotti e la cena di corrente. «Così non reggiamo». In calo il tesseramento Pd
Roma Di notte l’assedio sembra ancora più soffocante. Mercoledì sera, largo del Nazareno. «Qua non si tratta di banche o di Boschi – si sfoga Matteo Renzi con la “guardia repubblicana” riunita nella sede del Pd – l’obiettivo sono io. Ma di cosa parliamo?». Lo ascoltano il vicesegretario Maurizio Martina, Ettore Rosato, Lorenzo Guerini e Matteo Orfini. C’è da impostare una campagna elettorale tutta in salita. E da ribaltare sondaggi drammatici. Come quello di Alessandra Ghisleri, che inchioda i dem al 23,7% e fa volare il centrodestra oltre quota 40%. «Che possiamo fare – ragiona con i suoi il leader – come se ne esce?».
È la stesso, irrisolto dilemma che angosciava martedì scorso Luca Lotti e una decina di fedelissimi parlamentari della sua corrente, durante una cena nel ristorante “La Maddalena”, a due passi dal Senato. Solo una vetrata protegge la comitiva. «Qualcosa bisogna fare ammette sconsolato il ministro, come riferiscono alcuni presenti perché è evidente che così non possiamo andare avanti». Risolvere il caso della sottosegretaria è un obbligo, sebbene neanche lui abbia la ricetta giusta. «Ci stanno massacrando», è l’ossessione che il responsabile dello Sport confida a tavola. Uno che la commissione non l’avrebbe neanche fatta partire.
Eppure, una soluzione ancora non c’è. Il passo indietro che chiedono informalmente molti dei big renziani e antirenziani resta in campo, soprattutto se l’assalto non dovesse fermarsi. Ma il leader, che in queste ore ha incontrato l’ex ministra, prova a uscirne studiando con lei anche una soluzione a sorpresa: candidare Boschi soltanto in un collegio uninominale, senza il paracadute del proporzionale. Forse ad Arezzo, per sfidare fino in fondo i suoi nemici. E comunque in Toscana, dove il Pd punta a rastrellare un terzo dei quaranta seggi considerati probabili nell’uninominale.
Ma è davvero questa la strada migliore? Certo la sfida – coraggiosa – avrebbe il vantaggio di far decidere agli elettori il destino della socia fondatrice del Giglio Magico, come promesso da Renzi. Ma presenterebbe anche lo svantaggio evidente di tenere accesi i riflettori sul caso, soprattutto se l’ex ministra decidesse di correre nella terra di Banca Etruria.
E si torna al punto di partenza, ai tormenti di Boschi. All’idea del passo indietro. Alla paura che facendo saltare quel tassello, si sfaldi l’intero gruppo dirigente renziano. L’ex ministra per adesso resiste. Non ha mai smesso di seguire passo dopo passo l’iter della manovra economica, nonostante la tensione vissuta nell’ultima settimana, e in serata si affaccia anche a Montecitorio. «Io ho trentasei anni – si sfoga con i pochi amici di cui si fida – sono stanca, a volte mi sento svuotata. So che si stanno muovendo anche i miei avversari interni, ma credo davvero che la cosa giusta sia andare avanti. Non mollo, perché continuano ad attaccarmi?». Per farla distrarre, gli amici le organizzano anche una cena in casa di uno dei suoi più stretti collaboratori. Auguri di Natale e un po’ di relax, dopo il tour de force della legge di bilancio.
Nel board del Pd, invece, la sua popolarità è in caduta libera. Andrea Orlando continua a lamentarsi. «La linea che in queste ore sta seguendo il partito porta a una sconfitta- attacca – Dobbiamo raddrizzare rapidamente la barra, assumerci questa responsabilità». Il ministro chiede una direzione proprio sul pasticcio che sta sfiancando i dem. A gennaio, a questo punto. Un appuntamento buono – par di capire – anche per parlare delle candidature che restano la principale preoccupazione delle minoranze.
Le richieste sono tante, in effetti. E i posti assai di meno. Lo si capisce anche dai primi dati top secret del tesseramento 2017. Se ne occupa il capo dell’organizzazione Andrea Rossi. Ancora nulla di ufficiale, ma il numero parziale preoccupa perché resta sotto l’asticella dei centomila iscritti. Certo, la campagna non è ancora conclusa, ma superare di poco le novantamila tessere non lascia sereno il vertice renziano. Soltanto l’anno prima si era andati oltre la soglia dei quattrocentomila. Per questo, si pensa di prolungare di parecchi mesi il tesseramento. Sperando che la campagna elettorale metta il turbo al pallottoliere del Nazareno.