Corriere della Sera, 22 dicembre 2017
Elena Ferrante, e/o rompe con Amazon: «Condizioni inaccettabili»
I magazzini Amazon di Milton Keynes, zona nord di Londra (Reuters)shadow 54Mentre i dipendenti del magazzino Amazon di Castel San Giovanni (Piacenza) protestano per le loro condizioni di lavoro, si apre in Italia un nuovo e diverso fronte per il colosso dell’ecommerce. Il settore questa volta è quello dell’editoria, in cui ad agitare le acque è il marchio e/o, che pubblica la bestseller Elena Ferrante. Con un duro comunicato i fondatori Sandro Ferri e Sandra Ozzola hanno annunciato ieri la rottura con il gruppo di Jeff Bezos.
Sandro Ferri, fondatore e direttore, insieme alla moglie Sandra Ozzola, della casa editrice e/oE/o denuncia di essere stata oggetto da parte di Amazon di «condizioni economiche inaccettabili». Più in dettaglio, spiega Ferri, «circa un mese fa ci è stato chiesto di innalzare la percentuale del prezzo di copertina che, come editori, dobbiamo al venditore, in questo caso ad Amazon». Ferri non fornisce cifre o stime ma secondo fonti commerciali il gruppo di Seattle avrebbe chiesto a e/o una quota che si aggira intorno al 50 per cento. Una percentuale che non riguarda solo il marchio di Ferri e Ozzola ma che risulterebbe in linea con la quota di altri piccoli e medi editori. Alcuni, ancora in trattativa con Amazon e per questo anonimi, parlano di una recente richiesta di aumentare di diversi punti la percentuale dovuta allo store. In Italia la quota che l’editore sborsa al rivenditore si aggira sul 30-35 per cento per le librerie indipendenti, sul 40-45 per cento per quelle di catena, fino appunto al 50 per cento circa ad Amazon.
Il comunicato di e/o prosegue con il racconto secondo cui, di fronte al rifiuto dell’editore di versare quanto richiesto, «Amazon ha sospeso l’acquisto di tutti i nostri libri e ha reso quelli che aveva in magazzino». «Attualmente – chiarisce Ferri – sul loro sito i nostri titoli ci sono, ma in vendita attraverso soggetti terzi e dunque a un prezzo più alto e con tempi di consegna più lunghi». «Rispettiamo le scelte di e/o e al tempo stesso non commentiamo le relazioni tra noi e le case editrici», replica l’azienda americana. La cessazione dei rapporti tra il gruppo italiano e la multinazionale riguarda Amazon.it. Ferri e Ozzola restano presenti su Amazon.com con Europa Editions, il marchio con cui sono operativi sul mercato anglosassone (Ferrante inclusa).
Ferri dice di essere animato anche da «interesse civico». Oltre al rapporto tra i due partner commerciali, il comunicato di e/o è un attacco ad Amazon a tutto campo, che menziona fin dall’inizio il caso Piacenza. Il gruppo Usa viene accusato di monopolio, di politiche di prezzo «ai limiti del dumping», di «costringere alla chiusura tantissime librerie», di «elusione delle tasse». Motivi, secondo e/o, per cui Amazon sarebbe in grado di garantire l’efficienza, i prezzi competitivi, la reperibilità dei titoli per cui, indubbiamente, piace ai clienti.
Più in silenzio aveva interrotto i rapporti con la multinazionale,alcuni mesi fa, il marchio per bambini Babalibri. «Non è andata molto diversamente da e/o», ricostruisce il direttore editoriale Francesca Archinto, che precisa di non essere contraria alle vendite online ma alla «politica» di Amazon: «Ci chiesero una quota del prezzo di copertina del 52-53 per cento. Poi, le trattative. Ridussero le pretese ma in modo per me non sufficiente». «È una situazione preoccupante, ne ho parlato a lungo con Sandro Ferri e la sua posizione mi sembra ampiamente condivisibile», dice il presidente dell’Associazione italiana editori, Ricardo Franco Levi (al cui nome è legata proprio la legge sul prezzo del libro). Sui social esprimono sostegno a e/o diverse librerie e alcuni scrittori come Fabio Geda («Credo ci sia bisogno di una sollevazione generale»).
Invita a trovare un equilibrio Carlo Rienzi, presidente del Codacons. «Amazon fa concorrenza e abbassa i prezzi», riflette. «Certo non vuol dire che debba strozzare l’editoria, perché questo avrebbe gravi conseguenze sul piano culturale. Da parte loro però anche gli editori devono rendersi conto che si vendono sempre meno libri e che forse senza Amazon diminuirebbero ancora. Grazie agli sconti la gente compra».