Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 22 Venerdì calendario

Manca il Nord ma c’è Salvini. La Lega lancia il nuovo simbolo

MILANO «Noi, per una questione di serietà, il nome del candidato premier lo mettiamo nel simbolo. Spero lo facciano anche altri». Matteo Salvini parla dal quartier generale della Lega di via Bellerio a Milano. E annuncia la svolta storica: il consiglio federale ha appena approvato il simbolo che apparirà sulla scheda elettorale. C’è la grande scritta Lega, c’è la scritta Salvini premier, c’è un vistoso Alberto da Giussano con un piccolo leone di San Marco sullo scudo. Ma nessuna traccia del vecchio verde, la dominante è blu con la scritta Salvini in giallo. La parola Nord non esiste più. 
Oltre al simbolo, Salvini mostra un fascicolo che non distribuisce: «È il nostro programma elettorale, per correttezza lo proporremo per la sottoscrizione ai nostri alleati». Con un avviso: ci sono alcuni «temi non negoziabili». E cioé, «l’abrogazione della legge Fornero, la protezione dei confini nazionali ed essere di nuovo protagonisti in Europa». Aggiunge il capo leghista: «Non parlerò e non mi sto occupando di questioni più piccole e marginali come la quarta, la quinta o la sesta gamba. Sono fatti tanto marginali che non meritano...». 
Insomma, la rivoluzione è compiuta: il simbolo elettorale di un partito è la sua ragione sociale: «Penso che il marchio Lega sia riconosciuto e apprezzato da milioni di italiani: con oggi si parte con un movimento che ci porterà a superare il 20% dei consensi». L’ambizione è quella di offrire «a 60 milioni di italiani il buon governo che offriamo in più di mille Comuni». Tutto il consiglio federale ha votato a favore della svolta, tranne l’assessore lombardo Gianni Fava, già sfidante di Salvini al congresso dello scorso maggio: «Io non ho condiviso la scelta, non sono d’accordo sulla scomparsa della parola Nord. Ma il federale ha deciso e io farò un’attiva campagna elettorale per la Lega: ho già invitato Salvini a Viadana, che è il mio paese». Il fondatore del movimento, Umberto Bossi, non era in via Bellerio, il presidente lombardo Roberto Maroni nemmeno. 
Secondo Salvini, il nuovo simbolo è figlio di «un percorso culturale iniziato da lontano e confermato dal congresso». E soprattutto, indica che «siamo orgogliosi della nostra storia ma guardiamo al futuro». Il suo nome come candidato premier inserito nel simbolo sottolinea che «in questo modo le persone sapranno per chi e per che cosa andranno a votare, è una fatto di trasparenza e di serietà». Oltre a contenere un riferimento implicito al fatto che il centrosinistra al momento farebbe fatica a fare lo stesso. E che ad oggi neanche Berlusconi potrebbe scriverlo. Anche se con il fondatore di Forza Italia, garantisce il leader leghista, «tutto va benissimo». Salvini ieri ha anche nominato Alessandro Morelli come responsabile della comunicazione del partito. Mentre nei giorni scorsi la Lega lombarda aveva designato Giacomo Stucchi, il responsabile del Copasir, a suo presidente.