Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 21 Giovedì calendario

Ambulanti, vince la lobby concessioni fino al 2020

ROMA L’emendamento è stato approvato intorno alle cinque del mattino, dalla Commissione Bilancio della Camera impegnata in una lunga maratona per portare il testo della legge di Bilancio in aula. Riguarda l’applicazione al commercio ambulante della direttiva Bolkestein, la norma europea che fissa il principio della gara per l’assegnazione delle concessioni pubbliche e nel dettaglio prevede la proroga al 2020 delle concessioni in atto con scadenza entro la fine dell’anno. L’obiettivo dichiarato è «garantire che le procedure per l’assegnazione delle autorizzazioni di commercio su aree pubbliche siano realizzate in un contesto temporale e regolatorio omogeneo». Di fatto si tratta di una vittoria della lobby di settore che ha sempre avversato la direttiva.
TUTTI D’ACCORDOLa proposta porta la firma di due deputati del Pd, ma dopo il voto si è iniziata la corsa di tutti i partiti ad attribuirsene il merito. Soddisfatta anche l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, che con il presidente Antonio Decaro parla di «tutela delle centinaia di migliaia di posti di lavoro collegati alle 200 mila concessioni in essere e garanzia di un’applicazione integrale e corretta delle nuove norme». Esultano alcune associazioni di categoria ma non quelle collegate a Confcommercio e Confesercenti. La prima (Fiva) parla di «norma rovina ambulanti» che condanna la categoria alla «precarietà permanente». Mentre Anva-Confesercenti fa notare come la misura penalizzi «gli operatori che hanno già terminato la procedura partecipando ai bandi emessi dalle Regioni più virtuose».
Il tema dell’applicazione della direttiva Bolkestein, che originariamente era stata approvata a livello europeo nel 2006, è da un decennio al centro delle polemiche; l’Italia è già incorsa in una procedura di infrazione, poi rientrata. I due settori in cui lo sconto è più aspro sono quello degli stabilimenti balneari e il commercio ambulante. Entrambi chiedono di essere esclusi dall’applicazione della direttiva attraverso una specifica deroga, paventando l’arrivo nel nostro Paese di grandi società che metterebbero fuori mercato le piccole imprese in particolare a conduzione familiare. La regolamentazione europea si richiama al principio della concorrenza e a quello del libero accesso delle aziende ai mercati di altri Paesi, all’interno della Ue.
I MICRO-INTERVENTI
Come ampiamente previsto le ultime convulse ore di votazione hanno dato spazio ad una serie di micro-misure di interesse più o meno locale. Ma nel testo che approderà oggi in aula ci sono anche parti di provvedimenti legislativi che si erano arenati, per i quali la legge di Bilancio rappresenta l’ultimo treno della legislatura. Ad esempio è stata affrontata la vicenda annosa dei dirigenti delle Agenzie fiscali (in particolare delle Entrate), la cui posizione era stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Si prevede la possibilità di bandire un nuovo concorso per dirigenti e creare nuove posizioni organizzative intermedie «per lo svolgimento di incarichi di elevata responsabilità, alta professionalità o particolare specializzazione». Un emendamento del Pd impone invece ai datori di lavoro di pagare le retribuzioni solo con strumenti di pagamento tracciabili: l’eliminazione dei contanti dovrebbe garantire i lavoratori da comportamenti scorretti.
LA SICUREZZA
Tra le altre novità anche il raddoppio a 100 milioni di euro del Fondo in favore dei risparmiatori truffati dalle banche. Nuove risorse sono arrivate per il settore sicurezza, con l’aumento delle indennità accessorie e la rivalutazione dgli straordinari per Forze armate, corpi di polizia e Vigili del Fuoco. Professori e ricercatori universitari che negli anni scorsi si erano visti bloccare gli scatti di carriera potranno essere compensati con erogazioni una tantum: lo stanziamento è di 50 milioni nel 2018. Una novità che ha scatenato le polemiche prevede il taglio dei contributi per le cooperative sociali che assumono nel 2018 rifugiati.
Dopo il prevedibile voto di fiducia e l’approvazione definitiva, se non ci saranno intoppi formali sempre possibili con un testo messo insieme in grande fretta, la legge dovrà tornare al Senato per la terza lettura: l’obiettivo, non scontato, è chiudere tutto prima di Natale.

****

I dem scippano le bancarelle ai 5Stelle. Un serbatoio di circa 500 mila lavoratori 
ROMA Un regalo di Natale dal sapore elettorale alla lobby degli ambulanti. L’emendamento salva bancarelle fatto approvare nella notte dal Pd sta però avendo alcune pesanti controindicazioni: a Roma, dove il regno degli ambulanti è da sempre fuori controllo, si sono infuriati molti dem della Capitale, a partire dalla presidente del I Municipio, Sabina Alfonsi, che con fatica stava tentando di mettere ordine a un settore dove nel solo centro storico almeno 1.200 bancarelle e camion bar violano codice della strada e oscurano monumenti. Tornando allo scenario nazionale, il bello di questa storia è che un emendamento che passa come un regalo agli ambulanti in realtà agli ambulanti non piace per niente. «Non abbiamo l’anello al naso – spiega, furibondo, Giacomo Errico, presidente degli ambulanti Confcommercio – I politici si fanno belli a pochi mesi dalle elezioni ma in realtà ci danno un rinvio delle procedure di assegnazione dei bandi di due/tre anni quando attraverso la Conferenza Stato-Regioni andavamo verso una proroga delle concessioni di 12 anni».
MESSAGGI
Resta il fatto che il Pd ha mandato un segnale d’attenzione ad un mondo in rivolta addirittura dal 2005 contro la direttiva europea Bolkestein che intende rompere il numero chiuso del settore imponendo maggiore concorrenza e maggiore trasparenza a chi trae reddito da bancarelle e spiagge che occupano suolo pubblico. L’obiettivo dell’emendamento è chiaro: sottrarre una parte del voto degli ambulanti ai 5Stelle che della battaglia No Bolkestein hanno fatto una bandiera. I politici considerano gli ambulanti un importate serbatoio di voti. Negli ultimi 10 anni le imprese di commercio ambulante in giro per l’Italia sono passate da 150 a 200.000 con un bell’incremento che ne ha aumentato il peso politico visto che coinvolge almeno 500.000 lavoratori. Non altrettanti i voti, però, perché il 40% delle imprese ambulanti è in mano a imprenditori con passaporto straniero, assai spesso extracomunitario. Per chi votano gli ambulanti? Carotaggi specifici non ne esistono ma la sensazione degli osservatori è che il loro consenso si distribuisca più o meno così: 40% al centrodestra; 20% ai 5Stelle; 15% al centrosinistra il resto ai piccoli partiti. «Fra i commercianti il monopolio berlusconiano è finito – spiega Enzo Risso, direttore SWG – Anche il centrosinistra a matrice renziana dal 2014 ha perso qualche punto di consenso nel comparto».
Ma il vero nucleo forte degli ambulanti è a Roma, dove sono quasi 12.000, con una forte prevalenza della potente famiglia dei Tredicine. Chi in passato ha provato a liberare quanto meno le aree di pregio, come l’ex assessore al Commercio, Marta Leonori (Pd) si è ritrovata con una durissima protesta sotto le finestre; il suo successore, Adriano Meloni (giunta M5S) probabilmente perderà il posto per avere espresso preoccupazioni per una eccessiva sensibilità della maggioranza grillina nei confronti delle posizioni acquisite per l’assegnazione dei posti delle bancarelle per il mercatino della Befana. In questi mesi il I Municipio (centro storico) stava portando avanti una operazione di verifica di tutte le concessioni, per vedere chi è posizionato in aree in cui viola il codice della strada (a Roma ci sono bancarelle che ostruiscono i marciapiedi e le strisce pedonali), chi in aree di pregio proprio davanti ai monumenti. Ricorda l’Alfonsi: «Anche con l’aiuto del ministro Calenda, è stato fatto un grande lavoro. Di fatto su 1.200, solo 600 sono in regola, per cui con l’applicazione della Bolkestein avremmo messo a gara solo quelle postazioni, le altre sarebbero scomparse. Invece, a causa di questo inaudito emendamento, non potremo toccarle. Il mio partito ha fatto un gravissimo errore, che penalizza anche gli enti locali come il mio che hanno tentato di mettersi in regola». Ma con le elezioni alle porte, la lobby degli ambulanti ha incassato l’ennesimo successo.