Corriere della Sera, 21 dicembre 2017
«Boschi mi chiese di valutare l’acquisto di Etruria. E Carrai mi scrisse»
ROMA La vicenda Banca Etruria arriva al suo epilogo. Dai lavori della Commissione di inchiesta sul settore creditizio emerge che Maria ElenaBoschi il 12 dicembre del 2014, quando era ministra, ha chiesto a Federico Ghizzoni, in quel momento amministratore di Unicredit, «se era pensabile un intervento su Banca popolare dell’Etruria». A raccontarlo in audizione è Ghizzoni, ribadendo in un ulteriore passaggio, sollecitato proprio dai parlamentari della Commissione, che Boschi «chiese di valutare l’acquisizione di Banca Etruria».
Il banchiere aggiunge: «Sapevo della parentela di Boschi con il padre (vicepresidente di Etruria, ndr ) ma per me non era una cosa rilevante, magari lo era per il ministro ma per me no». Dalle parole di Ghizzoni emerge che Boschi era preoccupata per gli effetti sul territorio generati dalle crisi di Mps e Etruria. Il colloquio, dice, è stato «cordiale» e non ci sono state «pressioni dal ministro». A quell’incontro non ne seguirono altri. Nella sua relazione il banchiere indica un dettaglio aggiuntivo. Il 13 gennaio 2015, tramite una mail, a scrivergli è Marco Carrai, amico di Renzi e consigliere della Fondazione Open: «Su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti, nel rispetto dei ruoli, per una risposta sull’acquisizione Unicredit-Etruria». «Carrai è un professionista che non ha niente a che fare con il Pd», precisa subito dopo il capogruppo alla Camera Ettore Rosato.
Il quadro complessivo corrisponde a quanto scritto nei mesi scorsi da Ferruccio de Bortoli, nel libro Poteri forti (o quasi), ossia che «Boschichiese a Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Etruria». Tanto che de Bortoli ringrazia l’ex numero uno di Unicredit «per aver confermato la richiesta dell’allora ministra Boschi. Era giusto che l’opinione pubblica sapesse».
Ma a ringraziare Ghizzoni per l’esposizione «impeccabile» di quanto avvenuto è anche la sottosegretaria Boschi, che ha sempre negato di avere avanzato richieste, al punto da avviare un’azione civile di risarcimento nei confronti di de Bortoli, e che rivendica: «Non ho fatto alcuna pressione. Io mi sono informata e interessata come avrebbe fatto chiunque altro all’economia del proprio territorio. Io non ho chiesto di acquisire una banca, ho chiesto se Unicredit fosse interessata o meno. C’è una bella differenza». A intervenire è anche Carrai per precisare che la mail trattava di una «questione tecnica, niente di più. Ero interessato a capire gli intendimenti di Unicredit riguardo Banca Etruria perché un mio cliente stava verificando il dossier di Banca Del Vecchio, istituto fiorentino di proprietà di Etruria. Tutto assolutamente trasparente, tutto legittimo».
Argomenti che non tacitano l’attacco politico. «Boschi ha mentito agli italiani. Il suo chiodo fisso è stata la banca di cui il padre era amministratore», affonda Luigi Di Maio, chiedendone le dimissioni. Giorgia Meloni sottolinea il «quadro opaco che mette una pietra tombale sulla credibilità politica di Renzi e di Boschi». Renato Brunetta evidenzia «il conflitto di interessi implicito». Lega e M5S chiedono di sentire Carrai.