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 2017  dicembre 20 Mercoledì calendario

La lingerie di La Perla finirà in mani cinesi

Milano L’aveva negato con forza e a lungo: «Vendere sarebbe un grande errore, un po’ come lo sarebbe stato cedere Fastweb nel 2001», aveva dichiarato ancora in agosto. Ma alla fine Silvio Scaglia ha capitolato: i cinesi di Fosun, gigante quotato ad Hong Kong, stanno trattando in esclusiva per rilevare la maggioranza di La Perla. Il gruppo ha trenta giorni per la due diligence valutativa, poi l’acquisizione dovrà passare il vaglio del Comitato investimenti Fosun. In genere, però, quando le trattative sono a questo punto, i giochi sono fatti.
Per Fosun non è certo un boccone impegnativo, come dimensioni: qualche anno fa il gruppo cinese ha comprato i villaggi del Club Med, mentre in Italia aveva rilevato la vecchia sede dell’Unicredit, a Milano. Non si conoscono i dettagli dell’operazione, ma il gruppo del lusso è in rosso dal 2014 e secondo fonti finanziarie quest’anno dovrebbe segnare una perdita tra gli 80 e i 100 milioni. Nel 2016 il gruppo aveva chiuso con un fatturato di 140 milioni; lo stesso Scaglia aveva spostato il break even in avanti, tra un paio di anni.
La decisione di vendere porta un altro marchio della moda – non troppo in forma ma con grande glamour – a prendere la strada dell’estero. La casa di lingerie, famosa in tutto il mondo, da anni non riesce a trovare la strada giusta. Fondata nel ’54 da Ada Masotti, era stata poi ceduta nell’ottobre 2008 dal figlio Alberto al fondo americano di private equity Jh Partners. Ma pizzi e reggiseni a prezzi d’affezione non erano riusciti a superare i problemi economici, nonostante la collaborazione nel 2011 con lo stilista Jean Paul Gautier. Tanti prodotti- feticcio, alta moda e tessuti innovativi, ma il fine corsa è in Tribunale, sessione fallimentare di Bologna, dove nel 2013 la rileva appunto Scaglia. L’imprenditore, dopo la vendita milionaria di Fastweb e con un patrimonio personale stimato poco sotto il miliardo, si lancia a capofitto nell’avventura. Paga solo 69 milioni per la società, ne ha investiti altri 350 ( negli anni) e aveva messo in conto di spenderne ancora un centinaio per completare il piano di rilancio. Ma finora, nonostante gli sforzi, la strategia del ready to wear e degli accessori – accanto alla consolidata lingerie – non ha dato i frutti sperati. Alla guida creativa del gruppo c’è da quasi due anni Julia Haart. Magari i cinesi di Fosun riusciranno a dar vigore al marchio, molto diffuso nel Far East. Ed è possibile che la vendita di La Perla sia accompagnata tra non molto anche dalla cessione dell’agenzia di modelle Elite (sempre di Scaglia) per la quale rumors avevano parlato di trattative con il fondo L Catterton (che ha tra i suoi soci Lvmh).