la Repubblica, 20 dicembre 2017
Esuberi e fuoco amico. Appendino nei guai litiga anche con M5S
Torino Una porta sbattuta. Una riunione di maggioranza interrotta prima del tempo per eccesso di distinguo e attacchi da parte dei suoi consiglieri. Per la sindaca di Torino Chiara Appendino meglio alzarsi dal tavolo, prendere il plico e imboccare l’uscita. Un modo per sfuggire al pressing. I tempi in cui la prima cittadina postava foto di riunioni dove tutti erano felici sono lontani. Così come sono lontani le ricostruzioni che la indicavano come la candidata premier ideale del Movimento di Grillo e Casaleggio. Nel gruppo dei pentastellati c’è chi alza la mano e chiede conto di ciò che succede, invocando maggiore trasparenza e chiarezza. La fiducia nell’operato di Chiara e sei suoi assessori non è più incondizionata.
L’ultimo caso porta il nome di Gtt, l’azienda di trasporto pubblico di Torino che il Comune e la Regione stanno provando a salvare. Una questione che si trascina da mesi, si sarebbe dovuta chiudere entro Natale, ma mancano ancora 25 milioni che l’amministrazione a Cinque Stelle deve trovare. La cifra si sta ridimensionando, ma lunedì sera i consiglieri, dopo uno sciopero che ha bloccato la città, erano sull’orlo di una crisi di nervi. E hanno fatto saltare i nervi all’Appendino a forza di domande su cifre, tempi e rapporti con una Regione, guidata da Sergio Chiamparino, che non è stata ostile ma non fa sconti.
Le stelle, pure le più luminose, si appannano. Quella di Appendino ha iniziato a sbiadire la sera del 3 giugno, dopo gli incidenti in piazza San Carlo durante la proiezione sul maxischermo di Juventus e Real Madrid. Oltre 1500 feriti, una vittima e la fine della luna di miele con la città a poco meno di un anno dalle elezioni. L’inizio del declino, della parte discendente della parabola. L’inspiegabile tsunami umano della finale della Champions ha prodotto 21 avvisi di garanzia, tra cui uno per la prima cittadina. Non è stato l’unico. La sindaca è scivolata su altre vicende in questi sei mesi. La mancata restituzione di una caparra che il Comune aveva incassato dalla società Ream, partecipata della Fondazione Crt, per la concessione dell’area ex Westinghouse, ex fabbrica dove ora deve sorgere un centro congressi e un supermercato Esselunga, ha prodotto per Appendino un altro avviso per falso ideologico. Questione su cui la prima cittadina era stata consigliata dall’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana, lo stesso che a fine ottobre si è dovuto dimettere dopo che sono uscite le intercettazioni in cui chiedeva all’amministratore di Gtt di togliere una multa presa da un amico. Altro danno di immagine per i Cinque Stelle. Ora l’operato del capo ufficio stampa, Luca Pasquaretta, è al vaglio dei magistrati che si occupano di piazza San Carlo. In questa vicenda da ieri è indagato anche il prefetto Carlo Saccone.
I tempi della Appendino che era riuscita a salvare il Salone del Libro e a battere Milano e Tempo di Libri sono lontani. Ieri la Fondazione per il Libro è stata messa in liquidazione per il rosso nei conti. L’edizione 2018 di Librolandia verrà realizzata da altri due enti in attesa della nascita di una nuova scatola. Tutto questo nel momento in cui la Fondazione Musei, a cui il Comune ha tagliato del 20 per cento il budget, ha deciso di licenziare 28 persone. Una mossa, unita alla contestazione e ai “vergogna” lanciati contro l’assessora alla Cultura Leon, che non fa piacere alla pancia grillina.
L’ala ortodossa critica anche alcune scelte, come il Parco della Salute. I consiglieri grillini in Regione dicono che non va bene, in Comune votano sì. La scorsa settimana una consigliera contraria, Deborah Montalbano, ha fatto mancare il suo voto con un assenza strategica. Nell’ultimo consiglio comunale, prima della riunione di maggioranza abbandonata da Appendino, è arrivato un altro avviso. Su una delibera che riorganizza alcuni enti del Comune altri tre consiglieri pentastellati, Damiano Carretto, Maura Paoli e Monica Amore, hanno fatto mancare il loro voto su un emendamento concordato col Pd. Situazione che unita agli assenti per influenza ha fatto andare sotto la maggioranza, salvatasi solo con i voti dem.