Corriere della Sera, 20 dicembre 2017
Omaggio alle mani che salvarono la Cena di Leonardo
Quale ispirazione può dare la storia dell’arte alle nuove generazioni? Che rapporto ha l’artista contemporaneo con le opere del passato? Sono queste le due domande al centro della mostra Masbedo Madame Pinin dei videoartisti Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970). La rassegna, a cura di Laura Barreca e Paola Nicolin, resta al Museo Civico di Castelbuono a Palermo fino al 22 aprile 2018. Al centro dell’opera dei Masbedo l’indagine sul rapporto tra il gesto che genera la creazione artistica opposto al concetto di fine, ineluttabilità del tempo, necessità di una cura.
Nella mostra sono presenti quattro lavori. Il video Madame Pinin (2017: qui sotto due fotogrammi), presentato in anteprima, svela un ritratto pittorico basato sui dettagli delle mani della restauratrice Pinin Brambilla Barcilon, protagonista del memorabile, delicatissimo intervento durato 22 anni per salvare L’ultima cena di Leonardo Da Vinci. I due artisti inquadrano e scrutano la donna, come con una lente, ricostruendo i gesti che in una lotta estenuante hanno fatto riaffiorare la luce e i colori del capolavoro vinciano.
Inoltre c’è Fragile (2016), un video monocanale prodotto dai Musei Reali Galleria Sabauda di Torino e qui esposto su monitor: è la messinscena di un giovane mentre visita le sale della Galleria in compagnia di un pavone. Passeggiando tra i capolavori dell’antichità, oggetti simbolici di bellezza archetipica, la presenza del pennuto sottolinea l’essenziale precarietà dell’animale vivente e della sua menomazione che lo rende inabile a rappresentare la sua stessa natura. L’immagine è altamente suggestiva perché resa ancor più drammatica nel vuoto delle sale, di fronte all’immobilità definitiva dei personaggi dipinti.
Terza opera è Handle with care (2016), pensato originariamente come videoinstallazione a 6 schermi e rielaborato specificatamente per l’istituzione castelbuonese come una complessa installazione fotografica; e, infine, Manifesti di falsi colori (2017), installazione multimediale, anch’essa realizzata per questa mostra. Tutto è una metafora della fragilità dell’opera d’arte e fa riflettere sulla necessità della conservazione e della cura del nostro patrimonio artistico e culturale come forma di resistenza al tempo e all’incuria dell’uomo.
Il progetto rientra nelle iniziative di Palermo Capitale della Cultura 2018 e si concluderà con una conferenza sulla Conservazione e il restauro dei beni culturali, a cui prenderà parte, tra gli altri, proprio Pinin Brambilla Barcilon come testimonianza eccezionale dell’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano.