La Stampa, 20 dicembre 2017
Paolo Cirino Pomicino: «Così fan tutti. Solo nell’Oriente autoritario non si tratta»
Paolo Cirino Pomicino, deputato Dc per cinque legislature e ministro del Bilancio tra il 1989 e il 1992, ha visto che assalto alla diligenza?
«C’è una cattiva comprensione della legge di Bilancio. Ho fatto dieci Finanziarie, sei come presidente della commissione Bilancio e quattro come ministro. Ho una certa esperienza e posso dire che è normale che ogni parlamentare porti avanti la sua piccola richiesta, che esprime la rappresentanza di interessi in una società moderna. L’alternativa è l’Oriente, lì ci sono sistemi autoritari dove questo di certo non accade».
Perché dice così?
«Il Parlamento è sovrano e ogni parlamentare rappresenta un pezzo di società o di territorio. La legge di Bilancio altro non è che un quadro complessivo di politiche economiche con cui si toglie a qualcuno e si dà a qualcun altro, per semplificare. È ovvio quindi che interessi grandi e piccoli si muovano per recuperare ciò che ritengono saggio per il proprio interesse di parte e per quello del paese. Poi, certo, sta alla politica saper fare sintesi».
In questa manovra, l’ultima della legislatura, c’è stato un assalto alla diligenza. Come avveniva anni fa.
«Ma no, così diamo l’immagine degli indiani che assalgono un carro. La realtà è ben diversa. Quanto avviene in Italia accade in tutti i parlamenti del mondo e anche in quello europeo. Basta non modificare il quadro di politica macro-economica del governo. Io avevo inventato l’emendamento finale del presidente: facevo le consultazioni dei gruppi parlamentari per sapere quali erano le richieste essenziali che avevano a cuore e le mettevo in un solo maxi-emendamento che veniva votato da tutti. Il tornaconto politico non era affatto banale».
Oggi non ci sono molte risorse disponibili, però. Pensa che sia tutto così normale?
«Ma certo, sarebbe strano accadesse il contrario. Per altro oggi non c’è una vera degenerazione, come ho visto tra il 2004 e il 2009 con la “legge mancia”, che prevedeva una posta di bilancio per 20 milioni di euro distribuita tra i partiti. Le richieste erano da consiglio comunale: per le parrocchie, gli asili... Oggi quella degenerazione è stata eliminata. Sì, possiamo dire che c’è un po’ più di dignità anche se rimane sempre la spartizione».