la Repubblica, 20 dicembre 2017
I cachet delle tv per raccontare il trauma Svezia
Un invito da Fabio Fazio in Rai. Un altro da Massimo Giletti su La7, la tv di Urbano Cairo che è stato suo presidente e testimone di nozze. Gian Piero Ventura ha solo l’imbarazzo della scelta del salotto e del cachet per rilasciare la sua prima intervista dopo il disastro del Mondiale fallito, il primo dopo 60 anni. Due settimane fa l’ormai ex ct, esonerato ma ancora sotto contratto fino al luglio 2018, ha scritto una mail in Figc chiedendo la liberatoria per andare ospite in tv. La Federcalcio glel’ha concessa chiedendo di precisare data e programma tv e ricordando a Ventura i suoi vincoli contrattuali, gli stessi cui era tenuto quand’era in carica: non può rilasciare dichiarazioni lesive di altri tesserati né violare la loro privacy, e non può rivelare informazioni riservate apprese nel suo mandato. Gli stessi paletti che, quand’era in carica, ha spesso travolto a colpi di gaffe. In sostanza: il ct è ancora un dipendente e percepisce mensilmente regolare stipendio ( nessuna liquidazione), e la Figc gli ha gentilmente rammentato doveri e divieti. «Se passiamo il turno dovremo fare delle riflessioni», aveva preannunciato Ventura, sibillino, a Stoccolma prima dell’andata. Dopo l’eliminazione, da Milano è volato a Bari e poi in vacanza a Zanzibar. Negli uffici federali di via Allegri a Roma non è più passato, nemmeno per un saluto: l’esonero gli venne comunicato per telefono.