la Repubblica, 20 dicembre 2017
Niente latte caldo ai clochard. Il Natale del sindaco di Como
Como Da sette anni, ogni giorno, portano la colazione ai clochard di Como, sotto il portico dell’ex chiesa di San Francesco, a ridosso delle mura della città vecchia, o andando a cercarli dove sanno che possono aver trovato un riparo per la notte. Ma da domenica i volontari del “gruppo colazioni” di Como non possono più portare latte caldo e biscotti alle decine di senza fissa dimora della città: a vietarglielo sono stati i vigili urbani, mostrando l’ordinanza antidegrado appena firmata dal sindaco, il forzista Mario Landriscina. Per tutto il periodo delle feste di Natale – 45 giorni è il tempo fissato – il sindaco vieta a mendicanti, venditori abusivi e clochard di bivaccare, chiedere l’elemosina, vendere la loro mercanzia in tutto il centro storico, con multe da 50 a 300 euro.
Le prime dieci ( con sequestro di cartoni, cappelli e merce abusiva) sono già state staccate nel fine settimana, tra le ironie di quegli stessi commercianti che chiedono decoro e tranquillità per i loro clienti: «Cento euro di multa a un mendicante? Non pagherà mai, è soltanto tempo sprecato per i vigili». Ma proprio l’attivismo della polizia municipale, adesso, mette sulla graticola il sindaco Landriscina: perché la diocesi di Como – attraverso il direttore della Caritas – gli ha chiesto di ritirare un’ordinanza che «mette fuori legge anche Gesù, che è arrivato proprio in queste condizioni», scrive Roberto Bernasconi sul settimanale della diocesi, ricordando all’amministrazione che «il Natale si fonda sull’accoglienza, mentre qui l’abbiamo trasformato in un fatto meramente commerciale».
La decisione del sindaco – o meglio, raccontano in città, della sua vice Alessandra Locatelli, leghista di ferro che assicura l’appoggio di Salvini all’altrimenti moderato Landriscina – è stata giustificata proprio con l’esigenza di non disturbare lo shopping e l’atmosfera natalizia della ricca Como, tra mercatini e pista di pattinaggio. Ma se di mattina la presenza di clochard e questuanti è molto ridotta, il pomeriggio nulla sembra essere cambiato «e la notte ci sono ancora alcuni che montano le tende e dormono sotto i portici di San Fedele, queste prove muscolari sono solo facciata», raccontano Romano Veronelli e Paolo Tettamanti, negozianti del centro. Landriscina, che sembra non si aspettasse critiche «e offese anche personali, come mi sono arrivate», difende l’operato dei vigili: «Hanno chiesto a questi volontari che offrono la colazione di allontanarsi, e del resto i servizi sociali e le associazioni provvedono già all’emergenza freddo, non c’è un intento punitivo».
E loro, i volontari? La colazione ai senzatetto continuano a darla, ma si sono spostati un po’ più lontano da quel portico accanto al tribunale. Racconta Michele Luppi di WelCom, Osservatorio migranti di Como, che ha diffuso la denuncia del “gruppo colazioni”: «Sono una decina di persone che senza dare fastidio a nessuno tengono i contatti con alcuni senzatetto storici e anche con quelli più giovani: il latte caldo e i biscotti sono anche un modo per capire come stanno, per tenere annodato un filo di solidarietà umana». Sabato non saranno però soli a distribuire le colazioni, sfidando l’ordinanza di Landriscina: “Como senza frontiere” ha organizzato un bivacco solidale «per riscattare la reputazione della nostra città».