Corriere della Sera, 20 dicembre 2017
Tasse, la Camera approva la riforma di Trump
WASHINGTON Donald Trump aspetta con la penna in mano il testo della riforma fiscale. Ieri la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera: 227 voti a favore, 203 contro. All’opposizione dei democratici si sono aggiunti 12 repubblicani. Nella notte il disegno di legge era all’esame del Senato e si è scoperto che, per una questione tecnico-procedurale, la Camera dovrà ripetere il voto stamattina. Una formalità. Salvo sorprese dell’ultima ora, il provvedimento dovrebbe arrivare oggi alla Casa Bianca, per la firma finale del presidente.
Trump è impaziente: sarebbe il primo risultato legislativo concreto in un anno di amministrazione. Il taglio delle tasse, una promessa chiave nella campagna elettorale. Ora il presidente spera diventi la leva per il suo rilancio politico, in un contesto per lui complicato, tra il «Russiagate» e le recenti sconfitte elettorali in Virginia, New Jersey e, soprattutto, Alabama.
La manovra priverà le casse federali di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Soldi che resteranno nel circuito delle imprese e dell’economia. Un’ondata di liquidità che, nei piani del presidente, dovrebbe sospingere al 4% la crescita del Prodotto interno lordo. Il trend sembra favorevole: negli ultimi due trimestri il Pil è salito del 3,1 e del 3,3% e una percentuale simile è prevista per gli ultimi tre mesi del 2017. I più scettici, compresa la presidente della Fed, Janet Yellen, continuano a pensare che il taglio delle tasse non basterà per far correre l’economia al ritmo del 4%. Ma Trump è già all’attacco, via Twitter: «La Borsa e l’economia faranno molta strada, dopo che la riforma fiscale sarà apprezzata per il suo raggio d’azione e per la sua dimensione. L’aumento delle risorse da spendere avrà un grande impatto. Questo è il taglio delle tasse più grande di sempre. Godetevelo e create molti bei posti di lavoro».
La riduzione più netta riguarda gli utili di impresa: l’aliquota scende dal 35 al 21%, in modo permanente e a favore delle aziende di tutte le categorie e dimensioni. Le multinazionali potranno far rientrare i capitali negli Usa con la formula dello scudo fiscale, cioè versando un prelievo «una tantum» del 7,5% oppure del 14,5% se gli asset sono in contanti. Gli sgravi a favore delle persone fisiche, invece, varranno fino al 2025. Intenso l’ultimo miglio del percorso parlamentare. Aspro dibattito alla Camera. Lo Speaker Paul Ryan ha commentato il sondaggio diffuso dalla Cnn : il 55% degli interpellati è ostile alla rivoluzione tributaria. «Ridiamo soldi agli americani», dice Ryan. «Una truffa, un regalo ai più ricchi», risponde la leader dei democratici Nancy Pelosi. Nell’altro ramo del Congresso, il senatore repubblicano Bob Corker, il frondista più critico, ha risposto piccato a un’insinuazione velenosa. Nel provvedimento è stata inserita una deduzione sui redditi da immobili commerciali, che favorirà anche Trump e il genero Jared Kushner. Corker, che ha qualche proprietà nel suo Tennessee, ha scritto al collega Orrin Hatch, il relatore della legge, sostenendo di non saperne nulla. Hatch ha risposto che lo sgravio è da mesi nel testo, ma non va inteso come «un emendamento Corker».