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 2017  dicembre 20 Mercoledì calendario

Raggi: «Non farò il bis. Arrivare viva alla fine sarà già un successo»

Roma Se Virginia Raggi arriverà «viva a fine mandato», dice lei, non si ricandiderà al Comune di Roma. «In base alla regola dei due mandati, direi di no», ha risposto ieri la sindaca a chi le chiedeva se intendesse dare continuità al governo della Capitale candidandosi per il terzo mandato elettivo, possibilità vietata dal codice M5S che impone lo stop a due. Contro quel codice, definito «troppo rigido», si è scagliato Fabio Fucci, sindaco di Pomezia e vice di Raggi nella Città metropolitana, che ha annunciato di volersi ricandidare nonostante il tetto. «Così esce dal M5S», aveva detto Luigi Di Maio su Fucci facendo avanzare l’ombra di un nuovo caso Pizzarotti.
«La regola è chiara e ce la siamo data. Intanto direi che arrivare viva alla fine di questo mandato sarà un grandissimo successo», ha detto Raggi ai cronisti che la incalzavano sul sindaco di Pomezia, facendo probabilmente un doppio riferimento. Da una parte ci sono i 18 mesi di amministrazione complicata della Capitale tra emergenze varie, caos in giunta, guai giudiziari e polemiche a non finire, le ultime sull’albero di Natale «Spelacchio». Dall’altra, il prossimo 9 gennaio, c’è in agenda l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per falso relativamente all’inchiesta sulle nomine in Campidoglio: se il gup la manderà a processo, Raggi rimarrà ancora al suo posto, come chiarito dai vertici M5S dopo la modifica al codice; in caso di condanna, però, la sindaca dovrà dimettersi e lasciare la fascia tricolore. 
Intanto, comunque, Raggi ha chiarito che rispetterà la regola del Movimento e non si presenterà una terza volta alle elezioni per il Comune. La posizione è, peraltro, più o meno la stessa della sindaca di Torino Chiara Appendino che, a novembre, annunciò di non volersi ricandidare per «dedicarmi alla famiglia». E condivisa sia da Alessandro Di Battista, che potrebbe aver deciso di saltare un giro per presentarsi da candidato premier, sia da Roberta Lombardi, ex nemica di Raggi adesso in corsa per il Lazio. Che ha detto: «Non capisco la notizia. Abbiamo una regola chiara e Virginia l’ha ribadita. Tutto qua. Anche quello per me in Regione sarà il secondo e ultimo mandato, poi tornerò nel mondo reale». 
La questione dello stop a due mandati, però, agita da tempo il M5S. E il caso Fucci è il segnale di un dibattito interno da tempo in corso sull’opportunità di dare continuità agli amministratori grillini per formare la classe dirigente che manca al Movimento. «Raggi farà le sue valutazioni, io non cambio idea – ha detto il sindaco di Pomezia, a cui la sindaca potrebbe ritirare le deleghe da vice nella ex provincia —. Il governo ha bisogno di continuità: così è poco lungimirante». E anche in Campidoglio c’è chi la pensa così: «Speriamo che ci permettano di ricandidarci», disse il consigliere Enrico Stefàno, un fedelissimo della sindaca. Di sicuro la notizia che non ci sarà un Raggi-bis ha scatenato i commenti dell’opposizione. «Non si ricandida? È il miglior regalo possibile per i romani», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. «Non sarebbe comunque stata rieletta, che si ricandidi o meno mi pare superfluo», ha commentato Giorgia Meloni di FdI, con il Pd che sta sulla stessa linea: «La fuga di Raggi conferma il fallimento M5S».