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 2017  dicembre 20 Mercoledì calendario

Ma le parole di Visco scagionano oppure no il governo sul pressing per il caso banche?

La commissione parlamentare sulle banche, che a questo punto sarebbe meglio chiamare commissione sul caso Etruria, ieri ha sentito il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. 

• Ma Visco non è quello che Renzi ha attaccato qualche tempo fa?
Esattamente. Ricorderà che, a metà ottobre, Renzi mise in imbarazzo tutti quanti imponendo a Montecitorio di votare una mozione in cui si certificava uno sgradimento della Camera al rinnovo di Visco come governatore di Bankitalia. Mattarella non se ne fece intimidire e impose a Gentiloni che Visco restasse in via Nazionale. E ricorderà anche che fu lo stesso Renzi a volere fortemente la commissione incaricata di indagare sui guai bancari degli ultimi anni e sulle perdite patite dai risparmiatori, nonostante si fosse ormai a ottobre, a ridosso della fine della legislatura, con troppo poco tempo a disposizione per poter svolgere al meglio il compito d’indagine. Evidentemente l’intenzione di Renzi, era di dare tutta la colpa dello sfascio bancario all’attuale governatore di Bankitalia, che non avrebbe vigilato abbastanza. 


• Ora che mi ha ricordato tutto questo, le dispiacerebbe riferirmi cosa ha detto ieri Visco?
Prima ha presentato una sorta di memoria difensiva del lavoro svolto da Bankitalia negli ultimi anni. Alla base della crisi non c’è «una vigilanza disattenta, ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro Paese», ha detto Visco. «La mala gestio di alcune banche c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato. Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che andava tutto bene e avrebbe sottovalutato la situazione. Non è vero». Poi, incalzato, ha affrontato il caso più caldo, quello di Banca Etruria, l’istituto liquidato per insolvenza nel novembre 2015, di cui è stato vicepresidente Pier Luigi Boschi. «Su Banca Etruria non voglio dire che non me ne importava niente...», però, se comparato alla crisi economica nel complesso, «il mio livello di attenzione era modesta». Visco ha ricordato di aver avuto diversi incontri nel 2014 con l’allora premier Matteo Renzi: «Nel primo parlammo di boy scout, nel secondo di economia, come nel terzo. Fu allora, presenti anche Delrio e Padoan, che mi chiese: “Perché la Popolare di Vicenza vuole prendere questi di Arezzo?”. Io non risposi […] In un altro incontro, a richiesta di informazioni su banche in difficoltà io risposti a Renzi che di banche in difficoltà io parlo solo con il ministro. Lui la domanda la fece e io non risposi».


• E sulla Boschi che cosa ha detto?
Che l’allora ministro del governo Renzi chiese con chi potesse parlare riguardo Etruria. L’interlocutore era Fabio Panetta, il vice di Bankitalia e i due effettivamente poi si incontrarono, come ha raccontato Visco. A Panetta la Boschi «manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sulle conseguenze della crisi di Banca Etruria sul territorio». Panetta riferì «a me e al dg Rossi dei brevi colloqui», racconta Visco, nei quali «non ci fu richiesta di interventi e non si parlò di questioni di vigilanza». La Boschi chiese dell’impatto della crisi sul territorio: «Non effettuò alcuna sollecitazione di alcuna natura su Etruria né chiese informazioni».


• Mi sembra che le parole di Visco scagionino del tutto Renzi e la Boschi?
Ieri il segretario del Pd ha esultato: «Visco ha confermato che non ci sono state pressioni. Lo ringrazio per aver messo la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio governo». Allo stesso tempo hanno esultato anche i 5 Stelle: «Renzi si interessò di Etruria, sbugiardato». In questa disputa politica Renzi ha conquistato un punto importante, direi fondamentale. Soprattutto perché l’altro ieri in audizione il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva di fatto preso le distanze da Maria Elena Boschi. «Io non ho mai autorizzato nessuno a parlare con altri di questioni bancarie, né ho richiesto che persone o membri del governo che avessero contatti con il mondo bancario, venissero a riferire a me», ha dichiarato Padoan alla commissione. «La responsabilità del settore bancario è in capo al ministro delle Finanze che d’abitudine ne parla con il presidente del Consiglio». La Boschi, insomma, ha operato in autonomia senza discuterne con Padoan. 


• Vista così sembra che questa commissione sia stato un boomerang per il Pd? 
Oggi ne capiremo di più, perché sarà il turno di Federico Ghizzoni, l’ex amministratore delegato di Unicredit. Dovrà chiarire se è vero, come ha scritto Ferruccio de Bortoli nel suo libro Poteri forti (o quasi), che la Boschi gli chiese di valutare una possibile acquisizione di Etruria. Circostanza sempre smentita dall’ex ministra e finora mai commentata da Ghizzoni. Se mai dovessero emergere responsabilità della sottosegretaria riprenderebbe quota l’ipotesi di dimissioni o di una non ricandidatura. Nel Pd non sono pochi quelli che mugugnano perché pensano che la sottosegretaria sottragga voti in campagna elettorale. Il ministro Andrea Orlando l’ha detto chiaramente: «Tutti noi dobbiamo essere sottoposti dal partito a una valutazione per vedere chi può portare più consensi e chi meno».