Corriere della Sera, 18 dicembre 2017
Il miliardario Piñera riconquista la presidenza
Sebastián Piñera, imprenditore di centrodestra, torna alla presidenza del Cile che già aveva occupato tra il 2010 e il 2014. Ha battuto al ballottaggio il giornalista Alejandro Guillier, rappresentante di socialisti e radicali. A tarda notte ora italiana, a scrutinio ancora in corso, Guillier ha ammesso la sconfitta: 54,57 a 45,43. Piñera, che già ha guidato il Paese latinoamericano tra il 2010 ed il 2014, riceverà l’incarico l’11 marzo prossimo dalle mani di Michelle Bachelet, la donna di cui prese il posto anche sette anni fa. Al primo turno Piñera aveva ricevuto il 36,6 per cento dei voti, mentre l’elettorato di centrosinistra si era diviso tra Guillier (22,7%) e Beatriz Sánchez (20,3%). Una delusione per entrambi i protagonisti del ballottaggio: Piñera si aspettava più voti, e Guillier un distacco più ampio sulla Sánchez. Ricompattare la sinistra è stata la parola d’ordine del giornalista, attraverso l’attacco al miliardario rivale e puntando anche sull’emotività, come l’appoggio guadagnato dal popolare ex presidente dell’Uruguay, José Mujica, intervenuto al comizio di chiusura della campagna di Guillier. Ma non è bastato. A causa del voto frammentato e di un nuovo sistema elettorale, il vincitore non godrà della maggioranza del Parlamento e dovrà conquistare alleati. L’altra novità per i Cileni è l’affluenza molto bassa (sotto il 50 per cento): da quando, nel 2012, è stata tolta l’obbligatorietà del voto, la disaffezione per le elezioni è aumentata moltissimo. Il Cile archivia così il secondo mandato di Michelle Bachelet, dopo quello assai più popolare del quinquennio 2006-2010. Stavolta la «presidenta» ha dovuto affrontare un ambiente assai più complesso, con il prezzo del rame basso e penalizzante per l’economia, e un’agenda di riforme molto ambiziosa. Bachelet aveva promesso di correggere antiche eredità della dittatura, come il sistema scolastico e quello tributario. È riuscita a farlo solo in parte, e ancor meno a farsi capire dai Cileni: l’aumento delle imposte chiesto alle imprese per finanziare le riforme ha raffreddato l’interesse di alcuni investitori, e secondo la destra ha rallentato la crescita economica.