il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2017
Trappole di Natale: come salvarsi dalle truffe online
Il pacco di Natale è servito. Questa potrebbe essere la sorte di migliaia di consumatori che, alle prese con lo shopping online, per risparmiare sull’acquisto dei regali, evitare code e ordinare articoli introvabili nei negozi, troppo spesso rimane vittima di truffe. Del resto è facile cadere nei tranelli dei siti di vendite e delle decine di mail che quotidianamente intasano le caselle di posta elettronica con affari apparentemente imperdibili che, però, vanno conclusi in poco tempo, pena il termine dell’offerta. Un brevissimo lasso di tempo che manda in confusione l’acquirente, abbassando così le sue difese. Ma non solo. I raggiri negli ultimi anni corrono sempre di più anche sui social network e sulle app più diffuse ampliando la casistica delle sòle e la fascia d’età di chi ci cade.
I numeri dell’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano non lasciano scampo: il commercio elettronico in Italia vale 23,6 miliardi nel 2017 (+17% rispetto al 2016). E il 52% passa dall’acquisto di beni, dalla spesa alimentare all’abbigliamento, fino all’elettronica. Circa un quinto del valore della spesa passa dallo smartphone. Un fenomeno inarrestabile, insomma. Tanto che, secondo le previsioni fornite da Deloitte nella ricerca Xmas Survey 2017, a fronte di una media europea di 445 euro, l’Italia sarà il terzo mercato di spesa per Natale più alto in Europa con 528 euro, contro i 506 euro del 2016. Quattrini che arriveranno perlopiù dalla tredicesima: quest’anno vale 36 miliardi di euro e, spiega Coldiretti/Ixè, verrà spesa da quattro italiani su dieci (39%) per le spese di Natale, mentre se il 34% verrà destinato al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette, il 19% viene accantonato. Meglio, quindi, controllare che il negozio virtuale in cui si effettua l’ordine abbia partita Iva, numero di telefono fisso e indirizzo fisico nel caso in cui l’oggetto non venga mai ricevuto. Inoltre, ci si deve assicurare che il sito utilizzi i protocolli di sicurezza come https nella barra degli indirizzi per evitare di ritrovarsi pc, tablet o cellulari infettati con un virus in grado di entrare nella rubrica o, peggio ancora, nelle cartelle dove si conservano i numeri di carte di credito, conto corrente e bancomat.
Per gli appassionati di Amazon, la più importante piattaforma di e-commerce al mondo, che in Italia smuove un giro d’affari di circa 1,5 miliardi di euro, meglio fare attenzione al “reale venditore” che può essere lo stesso Amazon (che acquista i prodotti dai fornitori e li rivende poi sul suo sito) o una ditta esterna che si appoggia sul sito ma che resta responsabile. Laddove è possibile scegliere la spedizione, ne conviene una tracciabile e assicurata, anche se costa un poco di più. Per il pagamento meglio i bonifici che permettono di risalire al mittente. Ricordando che c’è sempre il diritto di recesso, come stabilito dal Codice del Consumo, da esercitare entro 14 giorni dal ricevimento della merce senza specificare i motivi al venditore. Cosa può accadere? Dall’ultima ricerca di MarkMonitor, emerge che il 45% dei consumatori teme di acquistare involontariamente prodotti contraffatti e quasi uno su tre afferma di essere stato ingannato e aver comprato un prodotto falso.
Sul fronte dei gadget tecnologici, invece, che sono tra i regali più richiesti, l’alert scatta con gli hacker che hanno fatto di computer, tablet ma anche droni, smartphone ed elettrodomestici intelligenti i loro bersagli preferiti per rubare dati sensibili o causare mal funzionamenti.
Tra le truffe più note c’è quella del buono sconto che, sotto Natale, si fa sempre più pericolosa. Eppure il meccanismo è banale: inizia a circolare un link di Decathlon, Zara o H&M su WhatsApp o Messenger che promettono di avere in regalo un coupon da 100-200 euro da spendere subito. Peccato che si tratti dell’ennesimo tentativo di phishing e di brand hijacking e che gli store non c’entrino nulla. Mai rispondere a questi messaggi: ci si può ritrovare abbonati a costosi servizi non voluti come oroscopi o suonerie per il cellulare che si mangiano tutto il credito.
Niente fretta, poi, quando si aprono le mail insistenti che propongono occasioni “solo per oggi”. Il rischio che si tratti di truffe con il meccanismo del phishing è elevatissimo. E questo è solo l’inizio: l’obiettivo finale non è rubare i soldi destinati al regalo, ma raccogliere i dati personali e bancari per rivenderli o duplicare le carte di credito. La mail che contiene il messaggio, con una grafica accattivante e i loghi ufficiali delle aziende vere, solitamente è scritta in italiano, ma è piena di errori di ortografia. Il guaio più grave è che solo una volta che arriva l’estratto conto ci si renderà conto che la carta è stata clonata e il conto corrente prosciugato. È possibile comunque rivalersi sulla banca o sul circuito: sono obbligati alla restituzione della cifra non autorizzata.