La Stampa, 18 dicembre 2017
A scuola da Valentino. Nel Ranch dove studiano i campioni di domani
Il paese delle meraviglie del motociclismo esiste e non bisogna inseguire un coniglio bianco per trovarlo. Basta lasciarsi alle spalle Tavullia, la città stato di re Valentino, e perdersi nelle colline delle Marche. Vedrete aprirsi una vallata e snodarsi sui suoi fianchi una striscia di terra bianca che assomiglia a una biscia: siete arrivati al Ranch di Rossi. È una pista sterrata dove allenarsi, ma è anche il centro del mondo del Dottore, della sua scuola per giovani piloti, di quello che è ora e di quello che sarà in futuro.
Una volta c’era una cava abbandonata, un luogo naif dove il Dottore e i suoi amici si allenavano in fuoristrada quando non giravano il mondo per il Motomondiale. Crescendo, nacque l’esigenza di rendere tutto più professionale e quei campi incolti con vecchio rudere al centro sembravano essere il posto perfetto per costruire qualcosa che non si era mai visto. Graziano, suo papà, disegnò il circuito con dei paletti e delle fettucce colorate e Valentino, assieme a Marco Simoncelli e Mattia Pasini la provarono. Iniziò così, con un giro in moto fra amici, quella che ora è una struttura curata nei minimi dettagli che ospita spesso i migliori piloti della MotoGp, e non solo. Come ieri, per la 100 km dei Campioni, una gara a coppie che unisce l’endurance al flat track, sport inventato dagli americani in cui si corre sulla terra battuta con le moto rigorosamente di trasverso. Trentasei piloti e tanti campioni del mondo, tra cui quelli in carica in Moto2 e Moto3 Morbidelli e Mir.
Morbidelli 1º vincitore
«Cos’è il Ranch? Un centro di aggregazione, dove i piloti si ritrovano, si allenano, gareggiano uno contro l’altro con il coltello fra i denti. Litigano, discutono e poi si trovano la sera a fare festa davanti al camino» la definizione di Alberto Tebaldi, il braccio destro di Valentino. È la palestra preferita dei piloti della VR46 Riders Academy, sono in 11 ed è il Dottore ad averli scelti. Come Morbidelli, il primo a essere entrato e anche il primo ad avere regalato alla scuola un titolo mondiale. È un progetto ambizioso, in cui Rossi ha investito energie e soldi. Qualche numero? La sola manutenzione ordinaria della pista costa circa 200 mila euro l’anno, ma gli studenti in velocità si allenano anche in palestra e in altri circuiti, sono seguiti da medici e nutrizionisti, e servono almeno altri 60 mila euro l’anno per ognuno di loro. Valentino non è un semplice mecenate, il suo progetto è più ampio. «L’Academy non è solo una scuola, ma anche un’agenzia di management. Così i piloti contribuiscono con il 10% del loro ingaggio e noi li seguiamo in tutti gli aspetti» sottolinea Tebaldi.
Un circolo virtuoso che ha già portato a 3 titoli nel Cev, il Mondiale Junior, e che ha la punta di diamante in Morbidelli. «Il bello del Ranch? Che gli equilibri cambiano in continuazione, una volta sei il più veloce e un’altra non lo sei. Inoltre serve sempre concentrazione» riassume Franco, vincitore ieri assieme a Pasini. Tanto di guadagnato per gli studenti ma anche per il maestro, perché Valentino deve parte della sua longevità agonistica anche al fatto di potersi confrontare continuamente con giovani piloti. «Non so se senza questa struttura la mia carriera sarebbe stata così lunga – riflette -, sicuramente mi è stata di aiuto». È una specie di laboratorio in cui nulla è lasciato al caso e non per niente i suoi collaboratori definiscono Rossi «un chimico, perché tutto dev’essere perfetto».
Il modello americano
Il Ranch ricorda fin dal nome gli spazi dove si allenavano i piloti americani e i rimandi a quel mondo sono continui, dalle colt che si incrociano con la bandiera a scacchi, ai lampioni che assomigliano a ruote dei carri, all’inno nazionale cantato dalla sorella Clara prima della partenza, con tanto di passaggio di due aerei acrobatici, come negli Usa. Valentino per realizzare il suo sogno non ha dovuto attraversare l’oceano, ma solo un paio di colline. Si diverte, fa crescere talenti e si è anche inventato una nuova gara organizzata nei minimi dettagli, con tanto di pass e tv (Sky la trasmetterà a Natale). Se poi, quando non sarà più pilota, deciderà di passare dall’altra parte della barricata, ha già dimostrato di saperci fare.