Corriere della Sera, 18 dicembre 2017
Due kamikaze nella chiesa. L’Isis attacca i cristiani in Pakistan
Ancora una volta l’Isis, quasi del tutto sconfitto in Iraq e in Siria, vuole dimostrare la propria forza altrove. A una settimana dal Natale, due kamikaze tra i 16 e i 20 anni, carichi di 15 chili di esplosivo, hanno attaccato una chiesa cristiana metodista di Quetta, nella provincia pachistana del Belucistan. Uno si è fatto esplodere all’ingresso, l’altro è stato ucciso dalle guardie prima che entrasse nell’edificio principale, evitando una strage ancor più grave. Sono nove i morti, tra cui tre donne, più di 50 i feriti.
L’Isis ha rivendicato l’attentato attraverso la sua «agenzia di informazione» Amaq, senza fornire dettagli. In Pakistan altri gruppi islamisti legati ad Al Qaeda come Lashkar e-Taiba e Tehrik i-Taliban Pakistan (TTP, i talebani pachistani) hanno spesso colpito le minoranze: cristiani, sciiti, sufi. Nel travagliato Belucistan al confine afghano, in particolare, anche l’Isis è cresciuto, grazie alla propaganda online e reclutando spesso tra gruppi pre-esistenti. Nel Paese i membri sarebbero 2-3.000, stima il «Royal United Services Institute» e nel 2015 un comandante di TTP, poi ucciso, diventò capo di Khorasan, la «provincia» afghano-Pakistana del Califfato. Le autorità hanno spesso sminuito o negato una presenza organizzata di Isis, ma i morti negli attacchi rivendicati dal gruppo sono oltre 800.