La Verità, 13 luglio 2017
Meduse, la crudeltà che dà spettacolo. Terrorizzano l’uomo e puliscono il mare
Le meduse sono le creature del mare più contraddittorie. Meravigliose per forma e colori e allo stesso tempo velenose, eleganti e pericolose. Fluttuano nelle acque del pianeta da millenni, incutendo timore non solo all’uomo ma anche agli altri abitanti marini. Eppure non tutte le meduse sono una reale minaccia. Delle circa 7.000 specie conosciute, ce ne sono di molto grandi e di piccolissime. E, soprattutto, non tutte hanno lo stesso rapporto con gli altri abitanti del mare. Non è vero infatti, come comunemente si crede, che la presenza delle meduse possa influire negativamente sulla prosperità delle popolazioni marine. Questi primitivi organismi multicellulari funzionano come una sorta di filtro del mare e ricoprono un ruolo di primo piano nel mantenimento della salute della biodiversità marina contribuendo a bilanciare le catene alimentari.
ACQUA Le meduse sono fatte per il 98% circa di acqua. La femmina della medusa depone uova che vengono fecondate dal maschio. Dalla fecondazione si sviluppa una larva (planula) che si fissa sul fondo del mare e cambia forma, assumendo l’aspetto di un polipo capovolto. Il polipo comincia a sezionarsi trasversalmente: ogni sezione (efita) si distacca, si capovolge e diventa lentamente una medusa adulta.
CORRENTI Organismi che fanno parte del plancton, nutrimento degli abitanti dei mari, le meduse sono incapaci di muoversi autonomamente. Il pulsare del loro ombrello consente solamente spostamenti in verticale, verso l’alto o verso il basso, ma non permette loro di avanzare o indietreggiare. Le loro possibilità sono affidate alle correnti che le trasportano.
AURELIA Nel Mediterraneo, la specie più diffusa è l’Aurelia aurita, innocua per l’uomo perché le sostanze urticanti contenute nei suoi tentacoli non penetrano la pelle umana.
FOSFORESCENTI Gli esemplari della specie Pelagia noctiluca si uniscono in raggruppamenti lunghi anche 45 chilometri e di notte si accendono grazie alla loro fosforescenza naturale.
TENTACOLI Altra specie molto diffusa nel Mediterraneo è a Cotylorhiza tuberculata, specialmente nelle baie. Popola i mari italiani con una predilezione per quelli più meridionali, più raramente l’Adriatico. Piccoli pesci circondano spesso questo esemplare di meduse, trovando rifugio tra i suoi tentacoli, poco urticanti anche per l’uomo.
CASSIOPEA Oltre a essere una delle specie più belle dei nostri mari, la Cassiopea mediterranea è anche una tra le più grandi, raggiungendo i 30 centimetri di diametro. Il suo ombrello, dalla caratteristica forma a disco, è molto rigido e tondeggiante al centro, dove assume una colorazione gialla o rossastra. La parte più esterna dell’ombrello, di colore giallo o talvolta verdastro per la presenza di alghe zooxantelle, è mobile e frastagliata e le consente di muoversi grazie alle sue pulsazioni.
MORTALI Le meduse più pericolose sono quelle che si trovano vicino al Giappone, all’Australia e alle Filippine, che arrivano fino a due metri di diametro e possono essere mortali per l’uomo. Nel continente australiano è diffusa la micromedusa, grande come un’unghia, trasparente come il cristallo, provvista di quattro tentacoli lunghi anche un metro, velenosissima (la sua puntura può causare al cuore uno scompenso letale). È imparentata con la medusa più velenosa del mondo, la Chironex flecheri, diffusa dall’Equatore al Tropico del Capricorno, ghiotta di gamberetti e solita cacciare sottocosta, nei golfi poco profondi, quelli più frequentati dall’uomo.
PROTEINE Il liquido urticante contenuto nei tentacoli delle meduse è solitamente costituito da una miscela di tre proteine: una a effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e una neurotossica. In genere chi viene punto da una medusa sviluppa un eritema, notevole gonfiore e una forte sensazione di dolore e bruciore, accompagnata anche dalla comparsa di vescicole.
RIMEDI Quando si viene morsi da una medusa è importante evitare di grattarsi e di toccare la zona colpita (si estenderebbe ancora di più il veleno rompendo le vescivole rimaste attaccate ma non rotte), non esponendola al sole. È consigliato invece sciacquare subito con un po’d’acqua di mare – un lenitivo abbastanza efficace -, applicando poi una crema cloruro d’alluminio. Gli spray lenitivi a base di acqua di mare e sostanze astringenti naturali funzionano altrettanto bene. «Creme al cortisone o contenenti antistaminico, invece, sono inutili perché entrano in azione solo dopo 30 minuti dall’applicazione e cioè quando il massimo della reazione è esaurita naturalmente» spiega Francesco Sacrini, specialista in dermatologia presso l’Istituto Clinico Humanitas di Milano.
ACETO È una leggenda che la pipì riduca il dolore e l’infiammazione causati da una puntura di medusa: l’urina non ha particolari effetti (a meno che non sia particolarmente concentrata). Secondo gli esperti è molto meglio l’aceto. I componenti acidi presenti nell’aceto infatti neutralizzano i filamenti urticanti delle meduse, i nematocisti o gli spirocisti. Questi si trovano negli cnidociti, cellule che si attivano quando vengono sfiorate da un altro organismo e che contengono un liquido urticante che nell’uomo crea reazioni infiammatorie acute.
SABBIA Inutili anche gli altri rimedi fai da te, come applicare il calore di una pietra o della sabbia. Non servono a nulla perché, per annullare le tossine rilasciate dalle meduse bisognerebbe raggiungere 40-50 gradi.
ROBOT In alcune regioni d’Italia le meduse vengono tenute lontano dalle spiagge con speciali reti galleggianti. In Corea utilizzano invece stormi di robot assassini, per triturarle in alto mare.
TARTARUGA L’unica vera predatrice di meduse è la tartaruga di mare, la cui presenza però viene messa in pericolo dalle eliche delle barche, dalle reti e dai sacchetti di plastica in mare.
CIBO In Paesi come la Cina le meduse sono considerate un cibo da gourmet da quasi 5 millenni. A livello mondiale il giro di affari legato al loro consumo alimentare supera oggi i 25 milioni di euro. Per quanto a noi italiani possa sembrare strano, le meduse sono un cibo gustoso, e sanissimo: hanno un basso contenuto calorico, e sono ricche di proteine, omega 3 e omega 6.
PESCA L’Istituto Cnr di scienze delle produzioni alimentari di Lecce ha proposto di pescare le meduse a scopo alimentare, contribuendo così a tenere sotto controllo il numero di esemplari presenti nei nostri mari, a tutto vantaggio dei pescatori e degli operatori turistici, spesso danneggiati dalla loro presenza, e persino del Servizio Sanitario. Gli ostacoli da superare perché si diffonda il consumo di meduse non saranno però solamente di natura culturale. Oggi infatti l’Ue riconosce come commestibili le meduse asiatiche, ma non quelle europee.
ETERNITÀ In generale, le meduse muoiono per senescenza dopo essersi riprodotte e originato larve che daranno vita a nuovi polipi. Ma la Turritopsis dohrnii invecchia ringiovanendo: le sue cellule invertono il processo che le ha portate a differenziarsi e divengono indifferenziate, capaci di rigenerare un nuovo organismo. Di fatto, possiede la stupefacente proprietà di vivere potenzialmente in eterno. Da anni gli scienziati cercano di capire come si concilia questa scoperta con il fatto che qualunque cellula vivente subisce un degrado con il passare del tempo e se potremo mai usare queste conoscenze per renderci più resistenti alle malattie.
SERPENTI Nella mitologia greca, Medusa era la più bella delle Gorgoni e di lei si invaghì Poseidone. Ma la dea Atena, gelosa della sua bellezza, volle punirla e la trasformò in un mostro, con serpenti al posto dei capelli, capace di pietrificare chiunque la guardasse. In seguito, Perseo le tagliò la testa con la spada e ne fece dono ad Atena che la pose nel mezzo del suo scudo. Dal suo sangue caduto nel mare nacquero i coralli.