7 luglio 2017
Tags : Paolo Cognetti
Biografia di Paolo Cognetti
• Milano 27 gennaio 1978. Scrittore. Vincitore del Premio Strega 2017 con il romanzo Le otto montagne (Einaudi, 2016).
• È autore di alcuni documentari - Vietato scappare, Isbam, Box, La notte del leone, Rumore di fondo - che raccontano il rapporto tra i ragazzi, il territorio e la memoria. Per minimum fax media ha realizzato la serie Scrivere/New York, nove puntate su altrettanti scrittori newyorkesi, da cui è tratto il documentario Il lato sbagliato del ponte, viaggio tra gli scrittori di Brooklyn.
Per minimum fax ha pubblicato Manuale per ragazze di successo (2004), Una cosa piccola che sta per esplodere (2007), vincitore, tra gli altri, del Premio Fucini, del Premio Settembrini e finalista al Premio Chiara, Sofia si veste sempre di nero, selezionato al Premio Strega 2013 e A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull’arte di scrivere racconti.
• «Ogni decade della vita ha i propri amori. “Fra i 20 e i 30 anni mi sono appassionato alla città, la trovavo ricca di storie, di persone da scoprire. Frequentavo la facoltà di matematica e insieme la Scuola civica di cinema di Milano”. Gli anni in cui si apre alla vita adulta, quelli in cui nasce il suo amore per New York. “Poi, all’inizio dei 30, la mia vita in città ha perso senso, forse perché non avevo un lavoro che mi ha fatto mettere radici – allora giravo documentari – e per me la città non è mai stata il luogo del fare. Avevo investito tempo ed energie nella Scighera, un circolo culturale alla Bovisa, periferia di Milano. Quell’esperienza, come tutte le situazioni collettive avventurose, era entrata in crisi, fu una grande delusione politica assistere allo sfaldamento di un gruppo forte, che si è autodistrutto per stanchezza, invidie, gelosie. La mia fuga dalla città coincide con quel fallimento che per molti segnò un ritorno al privato: avevamo dato tanto, adesso cominciavamo a occuparci delle nostre cose”. Cruciale l’incontro con il libro di Jon Krakauer, Into The Wild, storia di Christopher McCandless e del suo viaggio verso l’Alaska: “Mi ha fatto pensare che la montagna potesse essere il mio posto”» (Daniele Monti, Corriere della Sera 13/1/2017).
• «La mia è una storia di padri e figli, di abbandono della civiltà, di libertà della vita selvatica. Ho sempre avuto il ricordo di una grande felicità vissuta da bambino tra i boschi. Qualunque cosa sia il destino abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa» (dopo il successo al Premio Strega).
• Vive in una baita in Val d’Ayas (Valle d’Aosta).
• Ha una compagna. «Ma sono ancora troppo figlio per desiderare di diventare padre» (a Daniele Monti).