Corriere della Sera, 10 novembre 1956
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I russi avevano un piano per impadronirsi del Canale di Suez
La Russia aveva un chiaro e definitivo piano per impadronirsi del Canale di Suez e ridurre l’Egitto alla condizione di Stato satellite: il piano era stato battezzato « Operazione Mena», per la ragione che il quartier generale sovietico in Egitto, durante l’operazione, avrebbe avuto sede all’Hotel Mena, vicino all’aeroporto occidentale del Cairo. Queste rivelazioni, che danno sensazionale sostanza alle dichiarazioni in Parlamento del ministro del Commercio Thorneyeroft, sono state fatte ieri alla riunione del comitato direttivo dell’Associazione delle Nazioni Unite, dal colonnello Baker White. che fu nel Medio Oriente durante la guerra funzionario del Servizio segreto d’informazione del Foreign Office.
Il colonnello White ha detto che i capi dell’Armata rossa si aspettavano l’attacco di Israele, sapevano che Israele sarebbe stato costretto, una volta o l’altra, a sferrare l’attacco. Avvenuto questo, il Governo sovietico avrebbe annunciato l’invio di « volontari» in aiuto degli egiziani. Infatti questi volontari — piloti, carristi, artiglieri – erano stati scelti e concentrati già da qualche mese in una località della Russia centrale. L’equipaggiamento li avrebbe attesi in Egitto, ciò che è stato appunto confermato dal ritrovamento, fatto dagli anglofrancesi e dagli israeliani. Gli Israeliani in particolare, ora che sanno di dover abbandonare entro breve tempo il Sinai, si sono dati – come scrive il corrispondente del «Daily Express» – alla «caccia al tesoro», e hanno scoperto un immenso arsenale. «Migliaia di volontari sarebbero potuti entrare senza equipaggiamento nelle abbandonate basi egiziane, per uscirne convertiti in due divisioni di fanteria, due brigate corazzate e almeno quattro altri battaglioni, tutti perfettamente armati.
Chi avrebbe dovuto usare queste queste armi? – si chiede più in là il corrispondente del giornale —. Ce n’erano assai più di quante Nasser non potesse usare, anche se avesse voluto trasformare l’intera popolazione in un solo esercito. Sono stati trovati anche permessi d’ingresso nella regione di Gaza per tecnici russi». Alla domanda ha risposto appunto il colonnello White ieri, con le rivelazioni sul «piano Mena». Il quale fallì, egli ha detto, per tre ragioni principali: anzitutto gli israeliani eliminarono una cospicua parte dell’esercito egiziano troppo presto, assai prima di quanto i russi si aspettassero; in secondo luogo i decisi attacchi anglo-francesi distrussero troppo presto gli aerodromi che sarebbero dovuti servire agli aerei sovietici; infine l’insurrezione d’Ungheria distolse la Russia dal tempestivo intervento in Medio Oriente.
Ciò detto, resta però sempre da stabilire quale sia stato esattamente l’aiuto fornito dalla Russia all’Egitto e agli altri Paesi arabi. Mancano in proposito notizie e dati ufficiali. Un giornalista americano ha parlato di tremila aerei, ma l’esperto di un giornale londinese della sera, con molta acutezza, ha dimostrato che tanti aerei non avrebbero neppure trovato piste sufficienti ad atterrare in tutto il Medio Oriente.
Ci si continua a chiedere a Londra, dove mai siano andati a finire gli apparecchi egiziani non distrutti dai bombardamenti. In Egitto sono irreperibili: con ogni probabilità i famosi bombardieri « Ilyushin», che i russi avevano dato a Nasser. hanno cercato di riparare nell’Arabia Saudita. Ma dove? Nell’Arabia Saudita esiste un solo aerodromo, il quale però è occupato dagli americani. Nasser ieri ha sostenuto addirittura che gli anglo-francesi, con i loro bombardamenti, hanno distrutto soltanto degli aerei di cartapesta. Ma più in là, dopo avere detto di avere avuto il tempo di sostituire gli aerei veri con altri finti, ammette di essere però stato colto di sorpresa e sostiene che questo «venir colto di sorpresa» non gli capiterà mai più. Si hanno, dunque, contraddittorie notizie, di cui è difficile accertare la fondatezza. Se una iniziativa russa era imminente in Medio Oriente, certamente Eden ne trarrà molto vantaggio: il suo intervento in Egitto risulterà salutare e tempestivo, egli potrà vantarsi di avere fatto fallire il piano sovietico e di avere costretto 1’O.N.U. ad agire prima che si trovasse davanti a dei fatti compiuti.
Il Daily Herald, il maggiore sostenitore dei laburisti, scrive questa mattina: «La nuova linea d’azione del Governo britannico, che si fonda sulla tesi che Nasser sia uno strumento di Mosca, ha l’appoggio di voci non confermate. A Parigi si afferma che carristi egiziani parlavano russo, ma neanche un prigioniero russo è stato catturato. A Londra si pensa che i bombardieri russi che si trovavano in Egitto siano scappati in U.R.S. S. e che nuovi «Mig» sovietici siano scesi in Siria. Ma la Siria riceveva questi aerei da un pezzo. Manca solo – conclude ironicamente il giornale – una compromettente lettera di Mosca a Nasser, magari firmata da Zukov». «Il Governo ha cercato troppi pretesti per giustificare la situazione – scrive oggi anche l’ ’Economist ’ – e forse si vorrebbe una cessazione politica del fuoco, come quella che è stata ordinata in Egitto. Ma in Gran Bretagna il fuoco – quello contro il Primo ministro, cioè, fuor di metafora, gli attacchi e le critiche alla politica del Governo di Eden – non deve cessare. Eden se ne deve andare: a Eden tocca – conclude il giornale — prendere una penosa ma inevitabile decisione».
Come Eden perda terreno, è dimostrato anche da una inchiesta Gallup pubblicata stamattina dal «News Chronicle» che dà i risultati delle reazioni dell’estero alla politica di Eden. Ai cittadini di molti Paesi dell’Europa e del mondo occidentale è stata posta questa domanda: approvate o disapprovate l’azione dell’Inghilterra e della Francia in Egitto? Ecco le risposte alla domanda: Austria: sì 49; no 40, nessuna opinione il; Canada: 43, 40, 17; Finlandia 8, 82. 10; Italia 14, 69, 17; Norvegia: 7, 93; Germania Occ. 2, 74, 24; Olanda: 24. 47, 29; Stati Uniti: 15, 62, 23. È stata posta, inoltre, la seguente domanda : «Credete che una guerra mondiale deriverà dagli eventi d’Egitto?». Gli interrogati hanno così risposto: Australia: sì 30, no 56; non lo so 14; Canada: 24, 50, 26; Finlandia: 35, 48, 17; Italia: 27, 42 31; Olanda: 19, 55, 26; Stati Uniti: 31, 45, 24.