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 1956  ottobre 30 Martedì calendario

È guerra tra Egitto e Israele

L’offensiva israeliana nella penisola del Sinai si sviluppa — secondo le notizie di Tel Aviv —  favorevolmente agli invasori. Le truppe israeliane — stando a un annuncio ufficiale — si sono  impadronite di Bir Kosseima sulla strada di Ismailia  determinando una nuova penetrazione verso il nord che potrebbe condurre all’accerchiamento delle forze egiziane in una vasta zona. L’aviazione delle due parti è entrata in azione e ci sono già stati i  primi scontri. Non si sa ancora il numero delle vittime. Le informazioni dal Cairo sottolineano,  invece, che l’esercito  egiziano « procede alla  liquidazione degli elementi israeliani che durante la notte si sono installati presso l’oasi di Nakhl (nel centro del Sinai, a un centinaio di  chilometri da Suez) ». Due  aerei israeliani sono stati abbattuti, 12 carri  armati sono stati distrutti e « pesanti perdite »  sono state inflitte alle  forze avversarie. A mezzogiorno il  Presidente Nasser ha firmato un decreto per la  mobilitazione generale in tutto il  Paese. Un portavoce ufficiale a Bagdad ha annunciato che l’armata irachena è pronta a venire in soccorso  dell’Egitto.

Gli Israeliani nel Sinai hanno attraversato una zona arida, collinosa, e non hanno  incontrato nei primi  movimenti pattuglie egiziane. Ufficialmente, l’azione  israeliana avrebbe per obbiettivo solo la liquidazione dei «commandos della morte» nella penisola del Sinai.

Il Presidente  Eisenhower, dopo un appello vano, ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero deferito nella mattinata di oggi, martedì, alle Nazioni  Unite la penetrazione militare israeliana in territorio  egiziano. Il Consiglio di  sicurezza si è riunito  stamane alle il

La situazione è estremamente tesa. Tutti i cittadini americani residenti nel Medio Oriente hanno  ricevuto l’invito di  rimpatriare. Un centinaio di  persone è già partito da Israele, altre hanno lasciato  l’Egitto e la Giordania. All’aeroporto di Lydda due aerei sono pronti a decollare e a portare in America le famiglie dei diplomatici dislocati a Tel Aviv e a Gerusalemme: tutto il Medio Oriente è sull’orlo della guerra.